Febbraio 2010


Frase dettata dal cuore da un triste Prandelli alle 23.30 di un sabato tra i più tristi della recente storia viola.
Eccessi a parte, siamo in caduta libera e stiamo pagando alcuni peccati originali.
Il primo è la campagna acquisti estiva, che ci ha lasciato senza un vice Gilardino e così continuiamo a stare, a meno che qualche pazzo non rimpianga davvero Castillo.
Kerrison non è per ora da mettere, ha detto Prandelli, che non mi pare abbia mai avuto vocazioni masochistiche.
Su Felipe e Bolatti eravamo invece tutti d’accordo, solo che magari messi in corsa fanno più fatica (ma Felipe deve darsi una svegliata) e comunque non avevo torto del definire insufficiente il mercato estivo.
Il secondo peccato originale si chiama Mutu, che ci ha messo davvero nei guai.
Guai seri, che stiamo scontando con esiti devastanti adesso che Gila è l’ombra, ma anche meno di se stesso, e che Jovetic ci ricorda che il cammino verso la maturità è lastricato di molti ostacoli.
Il terzo peccato originale si chiama proprio Prandelli, che per la prima volta non ha chiaro cosa succederà da luglio in poi e qui mi fermo perché mi sono imposto fino a dopo Monaco di non parlarne più.
Ma non si può negare che i giocatori fiutino che qualcosa può cambiare e che quindi il carisma di un tecnico straordinario stia scemando, con gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti.
A qualsiasi altro direttore e a qualsiasi altro tecnico le ultime cinque partite della Fiorentina avrebbero portato un vento di contestazione assolutamente “normale” nel calcio, ma Prandelli e Corvino meritano invece che l’apertura di credito rimanga uguale a prima.
Ma bisogna cambiare, e in fretta.

Sono uscite le nuove classifiche Audiradio legate al secondo semestre 2009 e Radio Blu ha 101mila ascoltatori nell’ora media, Radio Toscana 47mila, Lady Radio 43mila e Radio Fiesole non compare in classifica.
Ovviamente siamo estremamente soddisfatti nell’avere un distacco così enorme nei confronti di altre emittenti che parlano come noi di Fiorentina tutti i giorni, ma quella che vorrei provare a raccontare con un pizzico di umiltà (qualità che quando si parla di radio locali proprio non possiedo, ma ci provo lo stesso…) è la fatica quotidiana che facciamo per rimanere da almeno un decennio a questi livelli e con queste distanze.
Il primo sms parte verso le 6.15 del mattino, ma qualche volta anche prima, ed è di solito diretto ad uno della triade: Russo, Sardelli, Loreto.
Da quando poi è partita la vera trasmissione boom del 2009, cioè “Viola del Cuore”, verso le 7 c’è la telefonata con Leonardo Vonci e/o Pietro Vuturo, a volte più raramente con Marzio Brazzini, per confrontarci sui vari argomenti viola, lasciamo comunque sempre a loro la massima libertà di scegliere cosa dire e come dirlo (infatti spesso mi hanno attaccato…).
Nel corso della giornata si accendono varie lampadine, mentre in redazione sono assolutamente mostruosi sul piano tecnico nel recuperare interviste e frammenti audio con metodi a me assolutamente estranei.
Dalle 13 alle 18 ci saranno non meno di 4/5 confronti col sottoscritto per situazioni che si vengono a creare, inviati da mandare improvvisamente nei posti, opinionisti che non si trovano e via a seguire.
Nelle due ore di Pentasport scelgo uno della triade un po’ a caso e lo faccio vittima delle mie incazzature per cose che non vanno, se il conduttore è stato troppo lungo, se si è dimenticato qualcosa da chiedere, se un’intervista è noiosa, se qualcuno dei nostri ha sbarellato nelle proprie affermazioni.
Dopo le 20, e il lunedì e il venerdì dopo le 21.30, parte a volte la telefonata post trasmissione per capire cosa non ha funzionato.
Nella notte, che per me comincia alle 22.30…, qualcuno manda messaggio di giustificazione e/o di proposta per il giorno dopo.
Tutto questo avviene tutti i giorni, dal lunedì al sabato, per 50 settimane l’anno.
Grazie quindi ai 101mila ascoltatori nell’ora media, che raddoppiano durante il Pentasport e che non consento raffronti in termini di audience con chiunque, ma per una volta grazie a chi mi “sopporta” quotidianamente.

Non mi pare che il problema di Gilardino sia fisico, penso piuttosto che si sia un po’ demoralizzato e che quindi tenerlo fuori per scelta tecnica contro la Samp non sia una grande mossa sotto ogni punto di vista.
Anche perché mi dicono che Keirrison ancora fatichi a trovare le coordinate giuste, come è del resto logico che sia dal momento che è qui da neanche due settimane.
Non credo nemmeno a tutta questa fragilità psicologica di Alberto, nemmeno fosse un adolescente da tenere nella bambagia.
Mi riferisco al fatto che soffrirebbe la concorrenza interna, che si butterebbe giù facilmente e altre amenità del genere che ogni tanto si sentono in giro.
Qui ci si sta scordando che questo ragazzo di neanche 28 anni ha vinto da quasi titolare una Champions e un Mondiale, e non credo che il posto nel Milan e nella Nazionale glielo abbiano regalato.
Si può quindi avere un po’ di pazienza, perché qui si punta sul sicuro e forse andrebbe mostrata anche un briciolo di riconoscenza per chi ci ha scelto diciotto mesi fa, pur avendo diverse altre opzioni, e ci ha regalato lampi da autentico fuoriclasse.

Bene, di Prandelli questa settimana si è parlato fin troppo.
Poiché da quando sono a Radio Blu, e sono 31 anni abbondanti, non ho mai avuto bisogno di ricorrere a temi incendiari per riempire o far riempire le trasmissioni, almeno fino a dopo la gara col Bayern di Prandelli non si parlerà più.
A meno che, ovviamente, il tema non sia tirato fuori da qualche interlocutore o da qualche telefonata del pubblico.

Ormai tutti, ma proprio tutti parlano di Prandelli, compresi sedicenti “uomini di calcio/mediatori” che ormai non sanno più come muoversi per avere un minimo di visibilità nel grande circo mediatico.
Il perché uno senza aver mai combinato assolutamente niente si definisca “uomo di calcio” è un mistero, ma tant’è, ormai siamo abituati a sentire di tutto.
Ognuno ha la sua verità, la sua fonte a cui abbeverarsi per informare, secondo lui/lei, il pubblico.
Ebbene, io queste fonti non ce le ho e lo confesso senza problemi, preferendo la verità al millantato credito.
Ma non accetto che, come ho già scritto, si provi a screditare l’operato del migliore allenatore della Fiorentina che abbia conosciuto nei miei trenta e passa anni di vicinanza profesionale alla Fiorentina.
Perché pure questo sta succedendo, che si cerchi di sminuire i meriti di un tecnico eccezionale e di grande spessore anche come uomo.
Chiaro: la Fiorentina è esistita prima di Prandelli ed esisterà pure dopo, ma una cosa sarà bene che tutti si mettano bene in testa: qualsiasi allenatore dovesse arrivare dopo di lui, sarebbe per un bel passo indietro per tutti.

E’ uno di quei giorni in cui ti viene (calcisticamente) la malinconia…
Ecco, a me viene in mente la Vanoni e “Domani è un altro giorno” per spiegare una sconfitta inspiegabile sul piano del gioco.
Abbiamo dominato, costruito almeno tre palle gol nitide e abbiamo perso, contro una squdra cinica e molto sicura nei propri mezzi.
Il problema è che in questo periodo Gilardino non la mette dentro e tutto il resto diventa relativo.
Sperare nella Champions, a questo punto, diventa quasi una professione di fede viola, e quindi conviene pensarci lo stesso, ma senza troppe illusioni.
Chiusura su Montolivo: assolutamente fantastico, il miglior centrocampista del campionato italiano, insieme a De Rossi.

Non prendiamoci in giro: non vincere contro la Roma vorrebbe dire quasi certamente abbandonare le ambizioni da quarto posto.
Davanti ci sarebbero troppe squadre e anche molti punti per recuperare con in più gli impegni di Champions che si avvicinano.
Per questo credo che sia arrrivato il momento di compattarci e provare a ripetere il clima dell’anno scorso, quello del 4 a 1, anche perché dopo il 1993 la Roma è molto vicina alla Juve nella classifica delle antipatie viola.
Abbiamo pure avuto il pepe della vigilia con le dichiarazioni di Corvino, che sinceramente mi sono sembrate poco più che un atto di cortesia verso la radio romana che lo stava intervistando.
Ha parlato bene di Roma e della Roma, e che vuol dire?
Se poi si vuol credere che Corvino stia meditando la fuga e che scelga per l’annuncio l’antivigilia di una gara così delicata, beh allora vuol dire che qui siamo tutti impazziti, oppure ci si diverte a creare casini o regolare conti personali.
Ora, tutti sanno dei miei rapporti ondivaghi con Corvino: ognuno dice all’altro quello che pensa e andiamo avanti così ormai da quattro anni, riconoscendoci una reciproca buonafede.
Racconto questo per spiegare che non esistono vincoli particolari e che quindi non posso essere tacciato di piaggeria se rivelo come Corvino non abbia negli ultimi mesi del 2009 neanche preso in considerazione un’offerta molto, ma molto allettante dal Napoli e sia rimasto tranquillamente a fare il suo lavoro per la Fiorentina.
Questi sono fatti, il resto è aria fritta.

Un po’ come in campionato, senza l’aggravante dell’arbitro e con un Gilardino, Vargas e mezzo Montolivo in meno.
Ci stava di perdere, dispace semmai così, con quella papera di Natali, che nel secondo tempo ha concesso il bis: due errori clamorosi nel contesto di una buona partita.
Prima della partita in tribuna stampa eravamo molto sorpresi, e non proprio positivamente, per l’esclusione dei due migliori di Cagliari, ma evidentemente Bolatti andava protetto sulle fasce e tatticamente l’Inter è stata abbastanza imbrigliata.
Le occasioni le abbiamo avute, con Montolivo, Vargas (clamorosa!) e Jovetic e le abbiamo sprecate, Frey però è stato il migliore della Fiorentina.
La qualificazione non è compromessa e davvero non potevamo ragionevolmente pensare di chiudere il conto a Milano, certo che a Firenze ci vorrà una partita come quelle col Liverpool e chissà se la squadra sarà in grado di produrre uno sforzo del genere ad aprile.
Gilardino comincia a diventare un problema, ma non perché non ci sia fiducia in lui, figuriamoci.
E’ un periodaccio e finirà certamente, il fartto è che bisogna per forza a buttarlo dentro per mancanza in tempi stretti di alternative.
Santana e Gobbi hanno svolto un lavoro oscuro, molto oscuro, talmente oscuro che io non sono riuscito a vederlo, ma forse è stata colpa mia.

Via, non lamentiamoci troppo dell’Italia.
Non siamo perfetti, anzi molto lontani dalla perfezione, ma c’è chi sta peggio, almeno per certi atteggiamenti moralistici.
Per esempio, l’Inghilterra.
Qualcuno mi deve spiegare perché il capitano della Nazionale britannica deve perdere fascia e posto solo per avere avuto una relazione con la moglie di un compagno di squadra.
Eppure c’è una forte corrente di pensiero, che si reputa pure seria, che chiede il linciaggio a mezzo stampa di Terry, che già deve pensare al quasi certo divorzio.
Se fosse così automatica l’esclusione di squadra a mezzo corna e sesso, diverse squadre italiane degli anni ottanta e novanta (quando ancora si poteva avere un rapporto normale coi calciatori) sarebbero state decimate, ve lo assicuro.

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