Maggio 2007


BARI – Un padre ha letteralmente – secondo gli investigatori – venduto la figlia di appena 13 anni a conoscenti – uno per volta o addirittura in gruppo – spesso in cambio di una bottiglia di birra o di scadente liquore.
Dopo due anni di sofferenze, costellate anche da ricoveri in cliniche per problemi ginecologici, la ragazzina ha trovato il coraggio di denunciare tutto ai carabinieri.
E’ accaduto in un centro del Barese dove i carabinieri hanno arrestato l’uomo.
La vicenda si inserisce in uno scenario di degrado sociale e familiare nel quale, tra l’altro, i genitori sono separati: la ragazzina spesso viveva con il padre che nel 2004, quando lei era poco più che tredicenne, cominciò a farla prostituire in cambio di pochi soldi.
La ragazzina – a quanto si è saputo – era svegliata in piena notte era costretta a sevizie della peggiore specie da parte degli amici del padre, arrivando addirittura a vere e proprie violenze di gruppo.
“Mio padre mi portava in giro per la città durante la notte e mi consegnava ad uno o più uomini che abusavano di me.
Io non volevo stare con loro, erano quasi tutti pregiudicati.
Quando mi violentavano in gruppo mi strappavano i vestiti che indossavo e infierivano su di me”.
E’ una parte del racconto che la ragazzina di 13 anni ha fatto ai carabinieri e al pm inquirente Giuseppe Scelsi quando, nel 2006, assieme al compagno maggiorenne ha deciso di denunciare le violenze subite per due anni in una città a pochi chilometri a sud del capoluogo pugliese.

Ecco, premesso che nessuno è colpevole fino a quando la sentenza eccetera eccetera, cosa gli vuoi fare a uno così?
Io continuo ad essere politicamente scorretto e penso che non sarebbe male spedirlo nelle celle comuni con gli altri detenuti.

Sono convinto che Mutu stia dando il massimo e che sia un po’ spremuto da una stagione comunque da incorniciare.
E però vorrei che si rendesse conto che le prossime tre partite saranno importanti per l’ambiente, per evitare troppe polemiche estive.
Per questo sarebbe bene che Mutu cominciasse a “pensare” in modo diverso in campo, cercando meno il dribbling (peraltro fantastico) e puntando sullo scambio breve, come è nella caratteristiche di Pazzini.
E’ una semplice considerazione tecnica, non esiste, sia chiaro, alcun sottofondo polemico verso uno dei migliori talenti passati da Firenze negli ultimi anni.

Sto facendo una cosa scorrettissima e penso irripetibile, ma ho “parlato” con Chiara e ho saputo nei dettagli la storia di Nicola, il suo fidanzato.
E’ pazzesca, è il simbolo della malasanità italiana ed il primo istinto sarebbe stato quello di scriverla su un giornale questa storia, perché la vita di due ragazzi non può essere condizionata da un dente devitalizzato.
Ma siccome la storia della loro vita va avanti, ed è enormemente più importante di quel maledetto dente, credo sia più importante far sentire a lei e a Nicola tutto il nostro affetto.
Molto meglio che buttare giù cento righe su carta, che tanto il giorno dopo nessuno ricorda più niente, o quasi.
Per ora la storia va avanti tra visite in ospedale, speranze spezzate e rinfocolate; insomma una quotidianità che non può essere quella che Chiara e Nicola si meritano.
Mi piacerebbe che stessimo accanto a loro virtualmente, ma non solo per lo spazio ed il tempo di un post.

L’ho detto al diretto interessato a fine partita, a San Siro: sono stato felicemente smentito e Jorgensen ha giocato un’altra buona prova da difensore.
Un solo (grosso) errore nel primo tempo, ma può capitare.
Ovviamente sono molto felice di essermi sbagliato anche se non vorrei che adesso fossimo tutti convinti di aver trovato l’uomo giusto per la prossima stagione.
Un ottimo pareggio a Milano, robusto e meritato.
Secondo me Pazzini è andato pittosto bene, specialmente nel primo tempo, ma capisco che poi contano i gol e che qualcuno mugugni.
Ma non è giusto, anche perché nelle ultime due partite l’immenso Mutu di un mese fa è andato peggio, molto peggio di Giampaolo.

Ogni tanto nel calcio parte una moda, l’ultima è quella di Jorgensen terzino.
Io credo che vada bene solo in emergenza e solo in determinate circostanze.
Voglio dire: ok con il Chievo, ma siamo proprio sicuri che a San Siro, contro il Milan, possa funzionare?
Jorgensen ha in dna dell’attaccante, il suo istinto è quello di partire sempre in dribbling e va bene che è un mostro di bravura a livello tattico, però non è il caso di esagerare.
Senza contare che fare il difensore è un “mestiere” che richiede astuzie che si imparano solo dopo anni di applicazione.
Meglio Blasi dietro e Jorgensen davanti a lui domani pomeriggio, con la variante Reginaldo pronto a sparigliare le carte, ma è ovviamente una valutazione strettamente personale.

Mica male la storia della festa dell’Inter annullata.
Roba che la trimurti bianconera Giraudo-Moggi-Bettega ci fa una risata sopra e pensa: “nemmeno noi saremmo arrivati a tanto”.
Biglietti da 22 a 15o Euro per una ricorrenza che mancava da 18 anni e che poi, diciamola tutta, è una celebrazione un po’ sciupata dalle penalizzazione delle altre e, soprattutto, dall’assenza della Juve.
Ma che gli è preso a Moratti, un tempo munifico dispensatore di ingaggi (lo è ancora, forse, aspettiamo di vedere cosa fa con Toni) e di aiuti di varia natura?
Comunque, contrordine ragazzi: si festeggia (gratis) il 27 maggio, nell’ultima in casa con il Torino.
E se il Milan il 23 vince la Champions sai che che gioia…

Una partita perfetta, trascinante: impossibile non ammirare il Milan di stasera, anche perché Ancelotti è infinitamente più simpatico dei vari Capello, Lippi, Mourinho e compagnia cantante (sì, lo so che c’è Galliani, ma vedendo lo spettacolo di San Siro me ne sono quasi dimenticato…).
Fosse stata la Juve avrei certamente resistito, ma in fondo il Milan è la formazione che ha giocato meglio in Europa negli ultimi venti anni e allora questa sera mi sono lasciato andare e ho tifato per la “squadra italiana”.
Sono stati davvero strepitosi, come del resto all’andata, e poi il calcio non è mica solo odio o antipatia verso il “nemico”.
Esiste pure il fatto tecnico, la giocata da applausi, come il secondo gol di Seedorf.
Mi è sembrato un po’ come se giocasse l’Italia contro l’Inghilterra e alla fine ero contento che fossero andati in finale perché se lo meritano proprio.
E ora, naturalmente, sono pronto a ricevere gli attacchi di chi la pensa in modo diametralmente opposto, ma per piacere non tirate fuori la storia che se si applaude per una sera un’altra squadra si ama meno la Fiorentina.

Adesso va a finire che quasi quasi ci rimaniamo male, se non vendono Toni.
Diciamo la verità: il gradimento sulla persona è sceso vertiginosamente dopo le sceneggiate dei mesi estivi del 2006 e nessuno provi a dare la colpa ai giornalisti perché (almeno) in questo caso siamo proprio innocenti.
Poi, in campo, si è comportato benissimo, ma non è questo il problema, ormai qualcosa si era rotto.
Siamo dunque ormai così certi di darlo via che lo consideriamo un ex giocatore della Fiorentina e non vediamo l’ora di vedere quello che succede nell’era post-Toni.
Quanto siamo cambiati dal 2000, quando se ne andò molto dolorosamente Batistuta (che però era davvero tutta un’altra cosa e se lo dico io…), forse il fallimento del 2002 ci ha insegnato qualcosa: esiste solo la Fiorentina.
Gli altri, i giocatori, gli allenatori, i presidenti, i direttori sportivi, i radiocronisti, passano.

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