Marzo 2007


Penso in pochi e comunque non è detto che si sia nelle condizioni di spirito di accettarla.
Ecco perché mi sto chiedendo da un paio di giorni che razza di Paese sia mai questo, che spreca il proprio tempo e le prime pagine dei giornali per (forse) un prezzo chiesto da un uomo politico per una prestazione di un transessuale.
E se fosse stata una prostituta, era tutto ok?
Qualcuno ha chiesto al signore/a della foto il permesso per la pubblicazione?
Sono sempre stato per la massima libertà nel sesso, basta che ci sia consenso “tra le parti” e che non siano coinvolti minorenni (e qui già però le cose si complicano, perché a 16 anni si hanno certamente più pulsioni che a 40).
Poi, per me, lo possono fare in due come in cinque, con transessuali o tra persone dello stesso sesso: ognuno si regoli secondo i propri desideri, che nel tempo possono pure variare.
Una persona normale (nel cervello, non nei gusti, ammesso che esista una normalità nel sesso) oggi non può che essere dalla parte di Sircana (di Barbara Berlusconi, di Treguezet…) e provare conati di vomito verso certi parassiti che stanno dietro l’obiettivo.

Non è che ce l’abbia ordinato il dottore di fare a meno di Toni nella prossima stagione (ma non avrebbe ancora un contratto in scadenza 2009?… Mah) e comunque, se proprio dovessimo arrivare alla fine di questo rapporto di grande rispetto e amore, io Adriano lo eviterei più che volentieri.
Meglio Gilardino, che magari parte alla pari con Pazzini, e che mi sembra molto più gestibile del brasiliano, che peraltro già conosce i più importanti locali notturni fiorentini, in primis il Maracanà.
Non è detto che Prandelli debba per forza avviare dei corsi di recupero per campioni smarriti e viziati, magari da 5 milioni di euro netti a stagione.
Però, ripeto, non è obbligatorio rinunciare a Toni.

Hanno fatto il massimo e davvero con un uomo in meno non si poteva pretendere di più.
Mi è piaciuta la determianzione e la personalità della squadra, con qualche riserva su Montolivo che secondo Prandelli cresce nella sofferenza tattica del nuovo ruolo e che secondo me invece può e deve fare di più.
E però è pure un punto triste, perché con la Champions abbiamo chiuso e non mi sembra il caso di farci del male pensandoci ancora.
Su tutti Frey, certamente, ma anche Pazienza e Blasi hanno dato moltissimo.
La doppia ammonizione di Dainelli, diciamo la verità, ci poteva stare.
A me continua a piacere Mutu anche quando non è ispirato: non è mai un giocatore in meno.

Dai, giochiamocela questa partita, senza troppi calcoli.
Sento parlare di due mediani, cioè Pazienza e Blasi, con esclusione di uno tra Montolivo e Jorgensen.
Capisco l’esigenza di fronteggiare il centrocampo più dinamico d’Italia, però affidiamoci alla luna dei nostri giocatori più bravi.
Voglio dire che se Montolivo e Jorgensen sono nella giornata sì, potrebbe essere la Roma e preoccuparsi di noi e non viceversa.
E se invece la luna la dovessero avere storta, pazienza, tanto nessuno chiede la Champions, ma almeno dovremo fare i conti con il rimpianto.

Ci sono due differenze fondamentali tra loro due.
Totti sa giocare in qualsiasi ruolo dell’attacco: prima punta, seconda punta rifinitore, mentre Toni conosce un solo copione, ma come lo interpreta lui ce ne sono davvero pochi al mondo.
L’altro aspetto è l’inevitabile scadimento di forma che ogni campione ha nel corso di una stagione.
Ecco, lì Toni si lascia certamente preferire, perché Totti è come se fosse prigioniero della sua grandezza.
Voglio dire che continua a cercare il difficile anche quando non è assistito dalla condizione fisica, oppure è innervosito o con la luna storta.
Il Toni a scartamento ridotto lo abbiamo visto purtroppo spesso in questo campionato, per via degli infortuni, eppure alla fine è decisivo lo stesso.
Chi sceglierei tra i due?
Avendo già Mutu, certamente Toni.
Però Totti, pur con tutti i suoi difetti caratteriali (in campo, perché fuori a me non dispiace affatto per come si pone verso il prossimo) è uno dei più grandi giocatori italiani degli ultimi dieci anni, anche se Baggio era un’altra cosa.

Ho avuto l’ennesima dimostrazione di quanto la radio sia più molto più affascinante della televisione.
Pochi minuti fa ho ascoltato l’appello di Daniele Mastrogiacomo e sono sicuro che le sue parole avrebbero avuto meno effetto se le avessi udite in televisione, abbinate all’immagine.
Così invece sono rimasto sorpreso dal tono di Mastrogiacomo: caldo, rassicurante, protettivo con gli altri prigionieri e soprattutto verso la moglie ed i figli Alice e Michele.
Sembrava che stesse parlando dal salotto di casa sua invece che dalla prigione afgana e davvero mi sono detto che non siamo proprio tutti uguali noi giornalisti.
Pensavo alle mie battaglie “epocali” combattute per raccontare la Fiorentina in diretta, ai mezzucci usati dai tanti che sono cresciuti senza gavetta e che pensano di essere chissà chi, ai coraggiosi che spiano dal buco della serratura i vizi dei potenti, a tutti quelli che si sentono star dopo un paio di comparsate in televisione.
Che mestiere strano il giornalismo: con Mastrogiacomo siamo iscritti allo stesso Ordine e se parliamo l’uno dell’altro magari ci definiamo pure colleghi.
Solo che mentre lui racconta da 23 anni le guerre del mondo e ora non sa se rivedrà mai Alice e Michele, io mi prendo del mitico o dell’idiota a seconda di come viene giudicato il mio atteggiamento al telefono con Guidolin.

Ho appena risposto ad un post delirante di uno che equiparava più o meno Guidolin all’ultrà del Catania che aveva ammazzato Raciti e con questo sinceramente sono arrivato all’effetto saturazione.
Meglio parlare di Spalletti, in tutti i sensi.
Vi ricordate la partita di andata?
Erano ancora lì ad aspettare Totti, che sembrava un corpo estraneo rispetto al resto della squadra.
Lo scrissi già qualche mese fa: sono stati bravi a non metterlo mai in discussione e sinceramente non so se noi avremmo fatto lo stesso con Toni e Mutu, per quattro mesi fuori condizione eppure titolari.
Potrebbe venire fuori una delle più belle partite del campionato e credo che, come a Palermo, Prandelli se la giocherà senza troppi calcoli, cioè con Montolivo e Liverani insieme e i soliti tre là davanti.
D’altra parte, se non ci divertiamo un po’ adesso quando mai lo potremo fare?

Io capisco che, quando stasera nel Pentasport avete sentito c’era in linea Guidolin, siate stati pervasi da un sentimento di rabbia e avreste quindi voluto vendicarvi per il suo vergognoso ‘atteggiamento di ieri.
La conseguenza alla vostra più che giustificata ira funesta è che qualsiasi cosa avessimo chiesto o domandato vi sarebbe sempre sembrato “troppo poco”, ma vorrei ricordare cosa abbiamo detto e chiesto:
1) Ho definito “gazzarra ignobile” il suo atteggiameto in campo, ricevendo come risposta l’ammissione che tornando indietro non si sarebbe comportato così, pur pensandola allo stesso modo su Prandelli.
2) Abbiamo confermato che secondo noi Mutu era in buonafede.
3) Gli ho chiesto che razza di infortunio avesse mai avuto Guana, che oggi si è allenato regolarmente (e lui si è inviperito).
4) Bardazzi gli ha fatto notare l’incongruenza con quanto aveva detto dopo la morte di Raciti e le sue parole/atteggiamento di ieri.
5) Gli ho fatto notare che se da 30 anni Prandelli è considerato a livello sportivo un esempio un motivo ci deve pur essere e che lui l’aveva offeso affermando “che non era un uomo”.
6) Abbiamo insistentemente ed inutilmente provato a farci spiegare quale fosse la differenza tra l’accasciamento di Guana e la botta in testa preso da Morrone ad opera dello stesso Guana nell’ormai famoso Palermo-Livorno 3 a 0, gol con uomo a terra di Amauri.
7) Gli ho consigliato di telefonare a Prandelli per ricomporre la vicenda. Lui ha risposto che doveva essere Prandelli a chiamare ed io ho ribattuto che era stato lui ad offendere e quindi a lui toccava la prima mossa, chiedendo scusa.
8) Gli ho detto che a parti invertite, noi ci saremmo arrabbiati molto, ma Prandelli della cosa avrebbe parlato solo a fine partita in sala stampa.
9) Gli ho chiesto di commentare le parole di Zamparini su Mutu
Se tutto questo non vi basta, sappiate che ho/abbiamo fatto quello che mi dettava la coscienza professionale e che sono/siamo completamente soddisfatto di quanto abbiamo offerto ai 200.000 ascoltatori del Pentasport.

Qui si tratta di essere onesti e di raccontarvi le mie sensazioni dal vivo, che sono poi le uniche che contano, perché dopo è troppo facile ed inutile parlare.
Io ho avuto l’impressione che qualcosa non andasse, soptattutto in quelli dietro a Mutu che hanno come rallentato la corsa in attesa che lui buttasse fuori il pallone.
E ho avuto anche l’impressione (sbagliata, rivedendo l’azione in televisione) che Mutu avesse Guana alle spalle e che quindi non potesse accorgersi che quello era a terra.
Il fatto stesso che non abbia esultato per il gol, a Palermo ed in una circostanza così importante, la dice lunga sulla stranezza della rete.
Ho pensato, e l’ho anche detto in radiocronaca: vuoi vedere che adesso Prandelli dà l’ordine di farli pareggiare?
Cesare ci ha pensato e poi non ne ha fatto di niente.
Detto tutto questo, la sceneggiata di Guidolin è stata vergognosa, perché avrebbe potuto dire le stesse cose che ha dettoa fine partita su Prandelli e sulla sua idea di sportività senza inscenare una gazzarra pericolosa per la tranquillità della partita e quindi dell’ordine pubblico.
Passa così in secondo piano la partita ed è un peccato, perché è stata una gara bella e giocata bene da una squadra sempre più convincente.
Ora, per quanto tempo si andrà avanti con questa polemica?

Sono da tre ore a Palermo ed è sorprendente constatare come non sembri nemmeno che la squadra sia in piena corsa per la Champions.
Avverto una sorta di disaffezione un po’ a tutti i livelli e stavolta non c’è neanche il collante Toni ad unire una tifoseria che probabilmente avrebbe bisogno di un allenatore più trascinante di Guidolin e di un presidente meno umorale di Zamparini.
Davvero pare che della sfida con la Fiorentina non freghi niente a nessuno, mentre io ricordo l’entusiasmo nell’anno della B (quando ci dettero una lezione), ma forse esiste una spiegazione che va al di là del tecnico e del presidente.
Prima dell’arrivo di Zamparini, che comunque sia ha dato una nuova dimensione alla squadra, da queste parti i “soli” tifosi del Palermo non erano tantissimi.
Voglio dire che a tutti faceva piacere se i rosanero vincevano, ma stando in B o in C tanti cuori palpitavano per le solite grandi e non è un caso che quelle tre siano venute qualche volta a giocare qui in Coppa.
Una domanda a questo punto sorge spontanea: come sarebbe andata a finire da noi, se invece dei Della Valle avessimo dovuto sopportare dieci o quindici anni di pellegrinaggio tra B e C?
Quali e quanti danni ci sarebbero stati nelle nuove generazioni di tifosi?

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