Gennaio 2006


Scusate, so che non c’entra niente a due ore abbondanti da una partita particolarmente importante per la Fiorentina, ma l’umanità è stata colpita dall’annuncio di questo duello intergalattico.
Leggete un po’ (uno almeno sa cantare ed era il pupillo di Lucio Battisti; l’altro, invece, non so assolutamente a che titolo frequenti le televisioni nazionali).

Rissa furibonda a “Domenica in” tra Adriano Pappalardo e Antonio Zequila, in diretta tv, davanti ad una sbigottita Mara Venier che ha tentato, invano, di mettere fine al litigio e si e’ scusata ripetutamente con il pubblico.
Lo scontro tra Pappalardo e Zequila, secondo quanto hanno riferito alcuni testimoni, era cominciato gia’ dietro le quinte della trasmissione: Pappalardo avrebbe detto che Zequila, pur di stare in televisione, sarebbbe passato sul corpo della madre.
Appena la puntata li ha visti protagonisti, si dibatteva degli italiani raccomandati, Zequila si e’ messo a gridare di lasciar perdere la madre, e molto altro ancora.
Il direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce (bono quello…), e’ intervenuto subito per “deplorare vivamente la lite” sottolineando che era avvenuta, oltretutto, in orario protetto e tradizionalmente destinato ad un pubblico familiare.
Del Noce ha inoltre deplorato che la lite sia stata lasciata degenerare e che la trasmissione non sia stata interrotta, perche’ “questi spettacoli sono assolutamente incompatibili con la linea editoriale di Raiuno e con i principi del servizio pubblico”.
“Domani – ha annunciato – verra’ avviata un’inchiesta interna per accertare la dinamica e le responsabilita’ di quanto accaduto.
E’ stata data, comunque, disposizione che fin da ora coloro che sono stati protagonisti della lite televisiva non siano piu’ invitati nelle trasmissioni di Raiuno.

E poi dicono che c’è sempre più gente che non paga il canone…

E’ finalmente arrivato l’annuncio: Lobont è nostro, e a titolo definitivo.
Una Corvinata in piena regola.
Speriamo che vada bene e lo scrivo sempre nello spirito costruttivo di cui parlavamo nei giorni scorsi.
Ma il “Bravi” del titolo non è per i dirigenti viola (quello speriamo di darglielo compiutamente e definitivamente in primavera), ma per i capi tifosi, che, turandosi montanellianamente il naso, hanno promesso che non fischieranno la Nazionale, il prossimo primo marzo a Firenze.
Bravi.
Adesso guardiamo se qualche cane sciolto, magari contiguo ai vandali che hanno devastato i bagni di Empoli, si mette a far casino solo per il gusto di andare anonimamente in prima pagina.
Chi detesta la Nazionale gufi da casa contro o comunque si astenga dal passare dalle parti del Franchi.
Improvvida però la scelta di Lippi di far debuttare il fido scudiero Ferrara proprio in occasione di Italia-Germania e meno male che si tratta, ve l’assicuro per esperienza personale, di uno degli juventini più simpatici incontrati in oltre venticinque anni di frequentazioni calcistiche.
Ma era proprio impossibile posticipare?
Intanto stasera stiamo tutti appesi a Toni (mi piacerebbe che accanto a lui ci fosse Pazzini) e Cejas.
Se vinciamo andremo a sentire con grande soddisfazione cosa avranno da dire i mille profeti di sventura sbucati all’improvviso nell’ultima settimana.

I risultati non sono affatto male: in pratica c’è solo la Roma, il resto mi pare poca cosa e l’Udinese è in piena crisi.
Ottima la sconfitta della Samp, che però ci fa riflettere su mercoledì: allora non erano poi così forti…
Intanto vinciamo stasera e poi se ne parla.

Io non lo conosco assolutamente, o comunque non me lo ricordo.
Mio nipote Alessandro, (tredici anni e da grande ahimé vuole fare il giornalista) mi ha ricordato che era quello dei miracoli in Milan-Ajax di tre anni fa.
Sul piano caratteriale, la scuola olandese è una gran scuola e certamente non avrà le frequentazioni dell’unico rumeno passato da queste parti, Lacatus.
Per il resto, cerchiamo di essere propositivi e anche se un po’ delusi dal mancato arrivo di Toldo, pensiamo che Corvino ha la vista lunga e che ancora una volta ha spiazzato tutti i segugi.
E siccome è dimostrato che siete molto più bravi di me nella conoscenza del calcio internazionale, ecco qui un bel copia ed incolla sul nostro nuovo portiere, mandatomi da Andrea.
Ultima annotazione: come si sentirà domenica sera Cejas?

P.S. Ma che aspettano ad annunciarlo ufficialmente?
Sono già passate 17 ore da quando l’Ajax l’ha scritto sul proprio sito e non mi ricordo un ritardo di comunicazione così ampio tra una società e l’altra…

Ancora relativamente giovane, Bogdan Lobont è un portiere rumeno di grande esperienza che dà sicurezza alla difesa dell’AFC Ajax.

Nazionale
Dopo le presenze nelle nazionali Under 18 e Under 21, Lobont ha debuttato con la nazionale maggiore nel settembre 1998 contro il Liechtenstein. Ha fatto parte della nazionale rumena a UEFA EURO 2000™, pur non andando oltre la panchina. Ha poi guadagnato la maglia No. 1 e difeso la porta rumena nelle qualificazioni alla Coppa del Mondo FIFA 2002 e a UEFA EURO 2004™.

Squadre di club
Nato nel 1978, Lobont ha iniziato con la squadra locale dell’FC Corvinul Hunedoara. Nel 1997 si è poi trasferito al FC Rapid Bucuresti. Ottime le sue prestazioni negli anni passati a Bucarest, dove ha vinto la coppa nazionale nel 1998 e il campionato nel 1999.

2000: Arrivato all’Ajax dopo un trasferimento da 3 milioni di euro, Lobont è stato costretto prima a passare un lungo periodo in panchina e poi, nel gennaio 2001, a restare fuori dai campi da gioco per un serio infortunio a una spalla. Lobont ha passato la maggior parte della stagione 2001/02 ancora in Romania, in prestito all’FC Dinamo Bucuresti. L’allenatore dell’Ajax Ronald Koeman lo ha però richiamato in Olanda a fine stagione. Dopo il ritiro di Fred Grim, Lobont si è fatto trovare pronto a sfruttare al massimo la possibilità che gli veniva data di giocare da titolare all’Amsterdam ArenA. Purtroppo un serio infortunio ha compromesso i piani del giocatore. Ripresosi, Lobont ha disputato 17 incontri di campionato e contribuito al raggiungimento dei quarti di finale di UEFA Champions League. Ha iniziato bene la stagione 2003/04, difendendo la porta del club olandese nell’incontro con il Grazer AK che ha permesso agli olandesi di raggiungere la fase a gironi.

2003/04: 24 partite da titolare con l’Ajax che a fine stagione riconquista il titolo nazionale dal PSV Eindhoven con la seconda difesa meno battuta del torneo. Dopo essere stato messo da parte per un paio di mesi a metà stagione, ha riconquistato il posto in squadra con la ritrovata condizione fisica.

Tanto per cominciare, Cejas è uno dei ragazzi più simpatici della rosa della Fiorentina.
Si vede che ha faticato e che nessuno gli ha mai regalato niente: solo per questo ce l’ho nel cuore.
Lo scrivo per sottolineare che non provo alcun risentimento verso di lui, però può darsi che abbia davvero accentuato le sue responsabilità sulla sconfitta di ieri e se l’ho fatto è stato solo per il bene della Fiorentina.
Voglio dire che è palese la paura che proviamo tutti (noi che stiamo fuori e loro che sono dentro) quando il pallone si avvicina alla nostra area e allora do l’allarme
Magari non è colpa di Cejas, ma insomma, in due partite ha già preso due gol evitabili: la punizione di Zanchetta e soprattutto il tiro di Tonetto, senza contare un paio di uscite a Genova da brividi.
E se ogni volta che fa una parata un po’ difficile quasi gridiamo al miracolo, beh, un motivo ci dovrà pur essere…
Se entro i prossimi undici giorni non prendono nessuno, giuro che farò di tutto per tenere su di morale Cejas, però mi dispiacerebbe non andare in Champions per non aver sostituito adeguatamente un fuoriclasse come Frey.

Se non vogliamo andare in Champions e forse rischiare pure l’Uefa dobbiamo:
1) cominciare a contestare Prandelli, magari tirando in ballo le sue presunte paure tattiche con riferimenti ad antichi insegnamenti di Trapattoni (come fa, per ora in privato, il mio amico Ciuffi);
2) schernire Pancaro ogni volta che va in campo (errore che ho commesso anch’io in radiocronaca, per la rabbia della sconfitta, al momento del cambio con Di Loreto);
3) pensare al mercato di riparazione in corso come ad una sorta di panacea di tutti i mali, quando invece non c’è da riparare un bel niente, semmai correggere: siamo meritatamente quarti e nessuno ci ha regalato qualcosa;
4) fare di Bojimov un mostro o un eroe, dimenticando che è solo un ventenne che gioca splendidamente a pallone e che ha passato una domenica di mezza follia;
5) non prendere nessun portiere veramente affidabile (cioè Toldo), perché si vede chiaramente che la difesa ha paura. E se non ha paura la difesa, ce l’abbiamo noi ogni volta che si avvicinano alla nostra area.
Ecco, se riusciremo a seguire alla lettera tutti questi insegnamenti, forse ce la faremo a rovinare la stagione.

Ho voglia di parlare di calcio: domani sera Prandelli mette un attaccante o due?
Mi piacciono i rischi e voto per Pazzini, non perché abbia avuto chissà quale informazione, ma solo perché penso che Prandelli non ritenga la Sampdoria una squadra con difensori in grado di marcare bene lui e soprattutto Toni.
Difficile se si gioca ad una sola punta che vada un’altra volta in campo da titolare Jimenez, semmai Montolivo.
Per il resto, ancora in purga Dainelli e speriamo che ci vada bene con Cejas.
Per me è un rischio pensare di fare il girone di ritorno con lui, speriamo di non dovercene pentire.
Ultima annotazione: l’anno scorso a Genova al quarto d’ora del primo tempo volevo tornarmene a casa e con me tutti i tifosi presenti a Marassi.
Se lo ricorderanno domani quelli che scenderanno in campo?

Bojinov ha mandato a quel paese Andrea Della Valle.
Bojinov passa le sue notti fiorentine a girare per discoteche (come se un ragazzo di venti anni, atletico e con tutte le sue possibilità avesse bisogno di elemosinare compagnie femminili in luoghi dove vanno tutti e dove tutti lo possono vedere…).
Bojinov è un bambino viziato che ha litigato con tutti i compagni.
Ecco tre perle che riempiono la bocca di molti fiorentini in queste ore, con l’aggravante di qualche ragazzino immaturo e montato, a cui hanno dato in mano un microfono e che si diverte a spararle grosse via etere solo per giustificare a se stesso la propria presenza nel mondo dei media.
Questo siamo noi a Firenze, non ci facciamo proprio mancare niente: che pena.
Non contano più i 40 punti, il terzo posto in classifica, i gol di Toni ed il bisogno urgente di un portiere.
No, qui da noi si parla più delle donne di Bojinov che della sua eventuale collocazione tattica o del fatto che tanti passi in avanti in quel senso non pare averli fatti, nemmeno dopo la dura reprimenda di Prandelli post-Lazio.
Come diceva Moretti in Bianca. a proposito dell’ignoranza sulla sacher torta: continuiamo così, facciamoci del male!

Non è che per caso siamo tutti diventati incontentabili?
Qui ho l’impressione che non si sappia più godere a fondo delle vittorie importanti e sofferte, per questo ancora più belle.
E’ successo con il Palermo ed è accaduto di nuovo questo pomeriggio a Perugia.
Ragazzi, diamoci una calmata e pensiamo a dove siamo in classifica, a cosa eravamo tre anni fa e a quanto faticano le altre.
Un successo mei minuti di recupero, una doppietta di Toni, la risposta migliore alla vergognosa serata di Torino: ma che si vuole di più?
L’unico retrogusto amaro è per Bojinov.
Non credo alle spiegazioni dietrologiche, tipo che la cosa fosse preparata a tavolino, che sia tutta una manovra per farsi cedere, eccetera eccetera.
Ventisette anni di frequentazioni in questo ambiente mi hanno insegnato che quasi sempre le reazioni di giocatori che fatturano come aziende di medie dimensioni sono uguali a quelle che avevano i miei compagni dei campionati Arci.
Spesso, cioè, non si ragiona sulle conseguenze di un gesto, ci si arrabbia e basta.
E vedersi passare davanti anche Jimenez deve aver fatto scattare la molla.
Mi viene il sospetto che pure l’intervista alla radio bulgara fosse vera e anche se non lo fosse resta palpabile il forte disagio del giocatore.
A questo punto che facciamo?
Il dibattito è aperto, confesso di non avere un’idea precisa su come convenga agire e posso quindi immaginare l’imbarazzo di Prandelli (grandissimo) e Corvino.

La Fiorentina comunica che, per motivi disciplinari, il calciatore Valeri Bojinov non prenderà parte alla seduta di allenamento odierna e non sarà convocato per la gara di campionato, in programma mercoledì sera a Genova, contro la Sampdoria.

acffiorentina

Vogliamo bene a Roccati e ancora di più a Cejas, che fu decisivo per la promozione in serie A.
Ovviamente assisteremo trepidanti e partecipi alle prossime parate viola, chiunque sia il protagonista di quelle parate, ma non vorremmo si generasse un equivoco: se, come speriamo e vogliamo, tutto dovesse andare bene non è che per caso ci dimentichiamo dell’emergenza portiere?
No, perché questa storia ricorda per ora da vicino quella delle dimissioni/esonero di Mondonico nell’ottobre 2004.
Si cominciò con la soluzione tampone e per un mese abbondante parve a molti (compreso il sottoscritto) che quella fosse la strada maestra da seguire.
E fu un clamoroso errore, seguito a ruota da un altro che rischiò di essere fatale: Zoff.
Stringiamoci quindi giustamente ed affettuosamente intorno ai portieri che ci sono rimasti in squadra, ma per favore al più tardi lunedì pomeriggio presentiamo il sostituto di Frey.

Dunque Forza Italia ha bloccato l’iter parlamentare che avrebbe portato ad una vendita collettiva dei diritti televisivi.
Bene che vada se ne discuterà nella prossima legislatura, quindi siamo al nulla di fatto, anche se sfugge quando sarebbe partita eventualmente la nuova legge, visto che ci sono dei contratti firmati fino al 2009 e nessuna norma può aver valore retroattivo.
Siamo chiaramente prigionieri del pastrocchio politico combinato sì dal governo D’Alema nel 1999, ma avallato per convenienza e paura da quasi tutte le forze politiche e calcistiche.
Questa era una bella occasione per provare a uscire dai recinti ideologici e fare qualcosa di vagamente utile per tutti.
Si sarebbe annullato il vergognoso divario tra le tre grandi e le altre, avremmo assisitito ad un campionato più equilibrato e quindi alla fine più vendibile televisivamente.
Invece niente, Forza Italia ha bloccato tutto.
Nessuno però per favore parli più di conflitto di interessi.
Qui non c’è proprio nessun conflitto, restano solo gli interessi…

P.S.
Da Repubblica
ROMA – Diego Della Valle, la sua riforma per un calcio che suddivida più equamente le risorse, non è passata: Forza Italia ha bloccato i diritti tv collettivi.
“E’ vergognoso far pesare la politica contro gli interessi della gente e a favore di certe aziende”.
Parla di Berlusconi.
“Certo che parlo di lui, tutte le forze politiche avevano dato il via libera, guarda caso dice no un dipendente di Berlusconi (il deputato Vito ndr.) che porta a casa gli interessi del padrone. E’ inaccettabile sentire il Presidente del Consiglio dire che non ne sapeva nulla: io stesso mercoledì mattina lo avevo fatto avvertire di quanto stava accadendo. Per cui è un bugiardo”.
Continueremo dunque a vedere super contratti per i grandi club e briciole, come si dice, agli altri.
“Come cittadino non lo accetto e come presidente lo trovo vergognoso. Non ammetto che si tolga competitività ai club più piccoli che restano dipendenti di quelli più importanti. L’obiettivo di questa operazione, di opposizione ai diritti tv collettivi, è controllare il calcio e far spendere meno denaro alle tv. Prima con Sky e in futuro con chi avrà le esclusive. Ma tutti hanno diritto alla loro dignità, non si devono impaurire i presidenti delle squadre. E se non riequilibreremo gli introiti tv fra tutti i club, non potremo nemmeno ridare dignità al calcio italiano”.
Insomma un patto tv-grandi club.
“Pensano di fare come vogliono, per un eccesso di senso del potere supportato da chi dovrà pagare i diritti: e noi, tutti insieme, non dobbiamo permetterlo”.
Cosa si propone di fare?
“Con i diritti collettivi stabiliamo una precisa tabella di parametri, un sistema di regole, così ogni club saprà in anticipo quanto guadagnerà rispetto a quello che incassa di più. Questo toglierà la possibilità ai “furbetti” di fare ciò che vogliono: in un paese democratico non deve succedere. Io penso che i grandi club debbano essere rispettati, ma devono esserlo anche gli altri. E tutti insieme possiamo riuscirci: le tv senza il calcio non fanno nulla”.
Quindi lei considera Berlusconi direttamente responsabile di questa situazione.
“Vedere un uomo politico che utilizza la sua forza per portare vantaggi alle sue aziende è una cosa vergognosa. Lo dico senza problemi: si deve vergognare”.
Lei vuol scardinare un sistema calcio ormai consolidato nei secoli…
“Io penso che un ragazzino che tifa Lecce o Treviso, non parlo del mio club, debba avere la speranza che un giorno la sua squadra potrà fare qualcosa. Se gli uccidiamo la speranza, abbiamo ucciso anche il calcio. Non accetto un calcio in cui ci sono tre club e il resto non conta nulla. I grandi club facciano i risultati con i soldi dei rispettivi presidenti, non con i soldi degli altri. Facciano come i presidenti di una volta”.
Veramente Berlusconi i soldi per il Milan li tira fuori, eccome.
“Se non bastano, ne tiri fuori altri”.
Un calcio retto dalle regole di Juve, Milan, Inter.
“Se loro si fossero unite a questa battaglia già anni fa, avremmo ottenuto tutti risultati più convincenti e fatto pagare più denaro alle tv. Dico la verità: non so nemmeno quanti soldi arriverebbero alla Fiorentina dalla sua quota di diritti collettivi, può darsi pure che non ci convenga. Ma è il principio da stabilire. Io ho molte imprese e aziende, non mi è mai capitato di non poter fare un budget. Mentre loro possono farlo a tre anni”.
Lei vuole una rivoluzione.
“No, noi vogliamo fare questo in maniera civile. Adesso le grandi società prendono quello che vogliono e le altre devono accettare ciò che dicono loro: quando facemmo il contratto per la Fiorentina mi dissero che non c’erano parametri di riferimento”.
Una semplice tabella di parametri.
“Semplicissima. Se la Juve è 100 io voglio sapere quanto vale la Fiorentina, o il Lecce o il Treviso. Le tv non la vogliono perché ai grandi dovrebbero dare quei soldi e in proporzione agli altri. Un giorno dissi pure a dirigenti di Juve e Milan: fateli voi i parametri. Li aspetto ancora”.
Così si fa in Inghilterra.
“Certo, i nostri grandi club dicono che loro devono confrontarsi con i grandi club europei, che però quasi sempre adottano questo sistema. In Francia le tv pagano molto di più, perché non deve essere così anche da noi? Ecco perché dico: i proprietari delle nostri maggiori società mettano le mani nelle tasche, non tocchino i soldi degli altri”.
Obbiettivi?
“Penso che quella legge possiamo ancora cambiarla. Con un sistema nuovo otterremo un campionato più competitivo, con più gente negli stadi, con giocatori migliori e con club più sani”.
Conta ancora sulla politica?
“So che tra i parlamentari c’è molto malumore. Casini aveva considerato la cosa: An, i Ds, la Margherita, l’Udeur, tutti, tutti i partiti erano d’accordo su una legge di principio. La cosa è successa quando si è andati a toccare gli interessi del padrone di Forza Italia”.
Conflitto di interessi?
“Il ritorno ai diritti collettivi non fa comodo a Mediaset: vogliono lavorare con lo sconto, pensano che l’Italia sia un grande supermarket e prendono dagli scaffali ciò che gli fa comodo. E io non voglio che ci sia uno che fa il fenomeno con le forze degli altri, lo faccia con le forze sue”.
Però lo scorso anno non riusciste a non far rieleggere Galliani, uomo chiave nella catena presidente del Consiglio- Milan- Lega Calcio-tv…
“Con lui niente di personale. E comunque dopo quella battaglia in Lega ora c’è un’opposizione, ci sono dei sentimenti comuni a tanti. In ogni caso mi sembra più grave, per il momento, che il presidente del Consiglio schieri il suo partito contro delle cose sacrosante, che tutti volevano: gli italiani devono saperlo. Anche se a lui dell’opinione degli italiani evidentemente non importa nulla. E lo ripeto, ha detto che non sapeva, ma io lo avevo fatto avvisare: è un bugiardo”.

STREPITOSO!

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