Dove non arriva il legislatore, a volte ci pensa la Cassazione.

Una sentenza rivoluziona l’idea di matrimonio e soprattutto di divorzio in Italia.

Fatto salvo il principio che i figli debbano essere salvaguardati in ogni sfaccettatura di quel doloroso percorso che è la separazione, perché si deve mantenere vita natural durante una persona con cui non si condivide più niente?

Ora non è più così, perché chi ha “capacità e possibilità effettive di lavoro personale” si dovrà dare da fare e non peserà più sull’ex coniuge.

Ed è stato  finalmente abolito il principio del tenore di vita precedente: si riparte da zero, come è giusto che sia, ognuno per conto proprio e secondo le proprie capacità personali di generare reddito.

D’altra parte la separazione ed il divorzio sciolgono ogni vincolo di fedeltà e di convivenza reciproca, è una libera scelta delle parti, o almeno di una che non ce la fa più e nessuno può essere obbligato a stare insieme, per questo è giusto il divorzio.

Ma non si capisce il perchè dovesse sopravvivere un legame economico, che poi nel corso degli anni si è ineluttabilmente trasformato nella migliore delle scuse per non lavorare e vivere quindi di rendita alle spalle dell’ex coniuge.