Tre figli, la loro mamma, nonna e zie varie, tutti e tutte con una passione in comune: regalare e ricevere uova di Pasqua.
Il risultato è sempre lo stesso, uno straordinario sterminio di cioccolato fatto a pezzi, un trionfo di deliziosi cadaveri quasi sempre al latte che dalle 17 di ieri riposano in una più che voluminosa ciotola della cucina riposta in un armadio purtroppo non chiuso a chiave.
E’ uno dei momenti più difficili dell’anno, molto peggio del Natale, almeno per me.
Ore dolorose rese ancora più complicate dal fatto che il cacao sarebbe uno degli alimenti sconsigliati per mia dieta anti-calcoli (e ti pareva! Mica le barbabietole o i ravanelli, con tutto il rispetto, ma il CACAO!).
Qualcuno ha da fornire dei consigli utili e umanamente sopportabili per evitare che più meno ogni settanta/ottanta minuti io faccia una capatina in cucina per accertarmi dello stato dell’arte, prelevare un pezzetto o pezzone di quello che un tempo era stato un bellissimo uovo Kinder con sosrpresa e quindi avere un odioso senso di colpa con cui convivere fino al viaggio successivo?