Arrivi ad un certo punto della tua vita in cui devi per forza fare i conti con quello che sei, pregi e difetti.
Per esempio, invecchiando, io sono diventato di un sentimentalismo inimmaginabile verso i miei figli, e dopo aver montato un blanda resistenza per qualche tempo adesso vado giù dritto senza ritegno.
Roba da far impazzire ogni indicatore di glucosio…
A volte penso che dipenda dal fatto di aver contribuito alla loro nascita (perché i meriti, diciamo la verità, sono all’80% della mamma: se dipendesse da noi maschi il mondo si estinguerebbe in fretta…) in età non più giovane e tralascio Cosimo perché lì ero quasi fuori tempo massimo.
Comunque sia, ieri sera rientrava Camilla dopo 15 giorni in Inghilterra e ho “costretto” il pargolo di casa ad aspettarla all’aeroporto con un bouquet floreale che a Peretola si distingueva molto bene in mezzo alla piccola folla perché era l’unico.
Gli altri trenta genitori erano tranquillamente in attesa, o almeno così sembravano, del ritorno di quell’essere strano e multiforme chiamato adolescente.
Io no, ero veramente emozionato, nemmeno Camilla fosse andata al fronte durante la prima guerra mondiale e tornasse viva da anni di battaglie in trincea.
Non oso immaginare il giorno in cui diventerò nonno, ma almeno lì si gode di un vantaggio inestimabile: si potranno viziare i nipoti senza ritegno, tanto poi toccherà ai lor genitori la durissima arte del recupero.