Quelle di Sacchi erano parecchio complicate da capire e ho visto fior di giocatori ammattire per comprenderne i meccanismi.
Quelle della vita sono molto facili in teoria, ma nella realtà diventano delle salite stile Stelvio.
Vale la pena però di provarci, perché quello che poi vedi sotto è uno spettacolo che non ha paragoni: nemmeno ti eri accorto del marcio che avevi accumulato, di quanto valessero o non valessero le persone che ti circondavano, di come eri ormai dentro un meccanismo ormai squallidamente rotto.
Respiri finalmente aria pura e capisci con orgoglio di essere un punto di riferimento per il microcosmo che ti circonda, sei tu il primo a credere in te stesso.
Certo, sarebbe meglio fare delle correzioni in corsa ed evitare traumi, perché poi la salita verso una nuova vita è veramente estenuante, ma è anche una questione di fortuna, oltre che di sensibilità.
Nel calcio ce lo ha insegnato Pepito Rossi che ce la possiamo e che ce la potete fare, e non credo neanche all’uno su mille che riesce nell’impresa.
A me piace più pensare agli altri 999, ai loro sforzi e all’immensa soddisfazione che proveranno quando il periodo nero sarà alle loro spalle.