L’esercizio più difficile è mettersi al loro posto, provare a pensare non più con la nostra testa, ma con gli entusiasmi e le paure di anni che ormai sono lontani.
Puoi soffocarli con il tuo affetto e quindi devi stare attento: né troppo distante, né troppo addosso.
Osservarli da lontano può essere una buona idea, a patto però che tu sappia correre subito in soccorso lasciando qualsiasi cosa tu stia facendo in quel momento.
Naturalmente lo devi fare a passi felpati, senza quasi fartene accorgertene, perché altrimenti si arrabbiano perché l’indipendenza è un loro stato permanente dell’anima, ma se per caso o per pigrizia non arrivi, poi ci rimangono malissimo.
E’ un lavoro di qualità, non di quantità: non conta il quanto, ma il come.
E, soprattutto, mai e poi mai devi commettere l’errore più grande, quello riportato a caratteri cubitali in ogni manuale del genitore: essere o diventare ad un certo punto della tua vita amico/a dei tuoi figli.
Perché loro, anche se magari dimostrano il contrario perché fa comodo, non lo vogliono e comunque gli amici giustamente se li scelgono e a noi ci hanno trovato, e magari non è nemmeno detto che siano troppo contenti del fato, ma tant’è.
Auguri a tutti i ragazzi e le ragazze, i bambini e le bambine che hanno ricominciato o stanno per ricominciare la scuola.