Per noi intendo la parte maschile dell’universo e mi riferisco solo agli umani, che comunque già faccio fatica a conoscere e spesso a comprendere.
Stavolta per fortuna la notizia non è cruenta, potrebbe perfino far sorridere e invece dovrebbe far indignare se solo pensassimo di essere al posto della ragazza che si è vista piombare addosso 20.000 sms in 8 mesi dall’ex fidanzato lasciato per gelosia o per quello che le sembrava più giusto fare.
Più la clonazione della chiave del condominio per infilare nella cassetta della lettere missive d’amore, più appostamenti, più tutte le altre cose che una mente malata può fare in queste situazioni.
E’ andata bene perché lo hanno arrestato prima che ci fosse un’altra Lucia Annibali.
Lui adesso dirà che era solo innamorato e a qualcuno parrà pure una giustificazione plausibile mentre invece non c’è proprio niente di giustificabile.
Il problema di fondo sono le emozioni e i sentimenti che nella maggior parte dei casi noi uomini maneggiamo più o meno allo stesso modo di come io potrei operare sul motore di una macchina, cioè malissimo.
Non so bene cosa sia successo nei milioni di anni che hanno preceduto il mio ed il vostro arrivo sulla terra, ma conosco bene l’imprinting che ha accompagnato da sempre il genere maschile: “devi essere forte, nascondere la tua debolezza, devi essere un vincente, sempre”.
Le conseguenze sono quelle del sotterramento delle emozioni e a seguire dell’affermazione di una doppia morale a cui mi sono sempre ribellato, ben prima (questo lo voglio dire con orgoglio) di avere delle figlie femmine.
Una doppia morale che ci porta a desiderare ed essere affascinati da donne intelligenti e libere, anche nella loro sessualità, ma che ci vanno bene fino a quando non diventano le “nostre” donne.
E’ divertente sentire una nostra amica fare apprezzamenti su un uomo, ma se lo fa nostra moglie ci piace già molto meno, mentre invece noi ci sentiamo autorizzati a dire più o meno tutto, battute grevi comprese, perché “tanto si sa, il maschio è cacciatore”.
Il concetto di “nostro” in tantissime situazione non è mai purtroppo il prologo del “noi”, cioè del tentativo di armonizzare insieme due vite attraverso i sentimenti che uomini e donne provano ognuno nella propria specificità.
No, il “nostro” diventa una forma di possesso, a volte veramente patologico, una deriva della vita a cui per troppo tempo le donne hanno detto sì per paura, vergogna e disperazione.
L’amore è un’altra cosa, ognuno ha la propria declinazione e ognuna è giusta a patto che comprenda il rispetto reciproco, ma certamente non si esprime con 20.000 sms in otto mesi.