Conosco amici che si stanno separando per colpa (merito?) degli sms.
Altri che hanno rischiato il matrimonio o il fidanzamento, eppure continuano imperterriti.
Uno di loro pensava di aver trovato l’amore cominciando una corrispondenza via telefonino con un’anonima interlocutrice tanto dolce e carina con le parole, peccato fosse un annoiato commercialista di Genova che immaginava la stessa cosa.
E’ diventata una specie di droga: invii il messaggino e pretendi subito una risposta.
Fremi nell’attesa.
E se il display non si accende nel giro di dieci minuti scatta la delusione, il senso di esclusione, l’aspettativa non mantenuta.
Mi chiedo: ma fino a dieci anni fa come diavolo facevamo?
Come dialogavamo?
Come imbastivamo le nostre trame amicali e sentimentali?
Per le feste i messaggini si decuplicano, per la gioia degli operatori della telefonia mobile.
Io da anni ho deciso di mandare pochi sms, ma tutti personalizzati.
Non sopporto quelli seriali del tipo: “Pino, Maria e la piccola Laura augurano buon Natale e un felice anno nuovo”, sanno di catena di montaggio e non rispondo mai.
E voi come vi comportate?