Serata di fine anno con la mia squadra, quella di Radio Blu.
Ma mia davvero, perché me li sono scelti personalmente cercando di sbagliare il meno possibile e perché di loro conosco tutto sul piano professionale e anche tante cose private.
E’ molto difficile spiegare cosa significhi Radio Blu per e nella mia vita, ma forse c’è qualcosa che può aiutare: a me non sembra neanche di lavorare quando penso alla radio.
Se si eccettua il lato commerciale e di relazione con i vari potentati, il resto non è fatica, ma passione pura.
Anche adesso, dopo oltre 32 anni, io mi sveglio, penso, organizzo, mi incazzo, sono soddisfatto esattamente come se avessi iniziato ieri.
C’erano quasi tutti ieri sera, compresi i ragazzi di “Viola nel cuore” che ormai fanno parte della famiglia, c’erano anche Sara ed Elisa e mi ero portato pure Valentina per farle vedere come funziona questo mondo un po’ nevrotico e per me affascinante come nessun altro.
E’ stata una serata da cazzeggio pieno, com’era giusto che fosse, e io me li guardavo uno ad uno, cercando di capire che speranze professionali avessero per il futuro, pensando a chissà quante volte mi avranno mandato a quel paese per un rimprovero o una sveglia mattutina, alle delusioni che hanno provato perché magari per quel determinato servizio avevo scelto un altro.
Beh, lo confesso: per una volta mi sarebbe piaciuto essere uno di loro, per comprendere cosa si prova ad avere meno responsabilità e tante aspettative.
E’ durato poco, ma è stato molto intenso.