Il mio rapporto con la politica è stato il seguente: ho sempre votato, partecipando a tutti i referendum e fin da quando avevo quindici anni mi sono interessato a quello che succedeva nei partiti, nei Governi, nella nostra Nazione.
A venti, un signore che contava qualcosa vedendomi e sentendomi impegnato come un forsennato in interviste di varia natura mi disse che ero piuttosto bravo, ma che se avessi voluto entrare alla Rai mi sarei dovuto iscrivere ad un partito, meglio ancora se quello Socialista.
Erano i tempi (veri) in cui si diceva che su dieci giornalisti che prendevano in Rai quattro erano democristiani, tre socialisti, due comunisti e uno bravo, tempi che credo non siano mai finiti, anche se nel corso degli anni abbiamo visto scorciatoie più veloci per il posto fisso e relativo stipendio importante.
Per farla breve: non mi sono mai iscritto a niente, non sono mai entrato in Rai, non mi ha mai assunto un giornale e sono diventato quello che conoscete frequentando il blog o ascoltandomi in radio.
La premessa era necessaria per capire che non ho interessi da portare avanti o da nascondere: ho sempre votato a sinistra, spesso turandomi il naso, e sono andato alle primarie dando la mia preferenza una volta a Rosi Bindi (perché unica donna presente) e un’altra a avrei indicato Bersani, che stimo molto come persona, se solo si fosse candidato.
Stavolta è un po’ diverso perché conosco personalmente Matteo Renzi e mi fido.
Per questo lo voterò, cercando di fare i salti mortali per partire in tempo per Torino (sono già agitato al pensiero di far tardi), perché crede davvero in quello che dice, ha uno stile di vita coerente con le idee che professa e soprattutto perchè “bisogna” cambiare.
E spero soprattutto che vadano in tanti a votare, per non rassegnarsi all’Italia dei Fiorito, Lusi e compagnia cantante.