Essere direttore è un privilegio che comporta precisi doveri da cui non mi sono mai sottratto.
Tra questi, il più importante è avere una visone molto ampia, andando oltre il palmo della propria mano.
La premessa è necesaria per farvi capire il perchè venerdì sera io sia intervenuto con decisione quando, a proposito dell’atto di teppismo contro il ragazzo dell’Empoli, siano state tirate in ballo vecchie dichiarazioni del presidente Corsi: non c’entravano niente e in chi ascoltava poteva nascere il dubbio che Radio Bruno desse un minimo di giustificazione a quanto era assolutamente ingiustificabile.
L’intervento non poteva che essere pubblico, proprio per dissociarmi apertamente da quanto detto come responsabile della radio.
Sono stato troppo duro?
Può darsi, ma è ciò che ho detto che conta, non il come.
Mi spiace molto che Leonardo Vonci si sia offeso per quell’intervento e abbia quindi deciso di sospendere i suoi interventi a “Viola nel cuore”, mi spiace sul piano personale, perché gli voglio bene da trent’anni, e su quello professionale, perché da quasi nove anni ha dato tutto quello che aveva per la trasmissione, ma giuro che se ci fosse stato mio fratello a condurre mi sarei comportato allo stesso modo.
Ho dei principi che nessun striscione e nessun coro mi faranno modificare: sono stato l’unico giornalista a prendere pubblicamente posizione sull’infamia dei cori sull’Hysel e non considero il calcio una zona franca in cui si possa dire o fare quello che da altre parti non si dice e non si fa.
Allo stesso tempo ho sempre dato a tutti la massima libertà e non ho mai praticato alcuna censura, questo però non vuol dire considerare una trasmissione o una radio qualcosa di personale e se certe situazioni sfuggono di mano ho il diritto-dovere di intervenire.