Ho il voltastomaco per quello che ho visto ieri sera in televisione, per quei bambini portati via senza vita.
Pur non sentendomi affatto ebreo in senso religioso (non rispetto niente delle oltre seicento regole della mia religione), avverto una specie di senso di colpa, un doloroso stupore per quello che è accaduto.
Siamo passati dalla parte del torto, non ci sono dubbi, anche se questa mia reazione è dettata dall’istinto e non dalla ragione.
Conosco cosa vuol dire convivere con la paura di morire ogni giorno per un attacco terrorista perché mio fratello abita lì, ma questo non basta a spiegare il perché di tutto questo.
Parlano di attacco sbagliato, ci sono le logiche politiche e militari, si muove la diplomazia: che belle frasi, parole perfino ricercate che servono solo a riempire i giornali e la televisione.
Intanto lì si muore, tra lo strazio di chi ci vive, mentre a noi, dall’altra parte della televisione, non resta che il bruciore allo stomaco mischiato ad un pizzico di vergogna.