Ho un amico, David Moscadelli, che da trent’anni tifa Brasile, sempre e comunque.
Ricordo ancora gli sberleffi che subì il 5 luglio del 1982, coi tre gol di Paolorossi.
Vincemmo una partita epica ed irripetibile, contro una squadra straordinaria e dissoluta lasciando comunque inalterato il fascino emanato dal loro calcio.
Infatti poi ci precipitammo a comprare i campioni sconfitti, tutti bravissimi in Italia, tranne Socrates…
Per capire cosa hanno di diverso basta vedere la finale della Confederations vinta stasera contro gli Stati Uniti.
Fosse stata l’Italia sotto a sorpresa di due reti dopo il primo tempo, avremmo visto quasi certamente nervosismo e tentativo di metterla in rissa.
Loro no, loro hanno continuato a giocare come se fossero sullo zero a zero, pensando al calcio nella sua accezione più bella e alla fine hanno rimontato, vincendo meritatamente la partita.
Una partita del Brasile è sempre un evento, anche quando non sono in giornata e credo che dovremmo imparare tutti qualcosa dalla loro tradizione (anche se abbiamo solo un titolo mondiale in meno).