Oggi ne parliamo a Blu e Sportiva, io faccio quello che posso, metto a disposizione le radio che dirigo, lunedì ho inviato il mio contributo alla Fondazione (IBAN: IT 53 M 08329 51610 000000202000) per scusarmi del vaffa in radiocronaca, ma sono piccole cose.
Il resto bisogna farlo tutti insieme con mail, telefonate, lettere.
Ecco le dichiarazioni di Stefano, che peraltro molti di voi hanno già riportato nei precedenti post a proposito del taglio dei fondi destinati ai malati di SLA.
Se penso a Fiorito, Lusi, quello dell’IDV che si è sputtanato 120mila euro nostri ai videopoker, a tutti i ladri che ingrassiamo e foraggiamo quotidianamente, a me che sono tutto meno che un violento prudono le mani…

Stefano Borgonovo è pronto a morire per il diritto di essere curato e vivere una vita dignitosa. La protesta dei malati gravi contro il governo, tra cui quelli malati di SLA, tocca una nuova, drammatica svolta: lo sciopero della fame.
Intervistato dal ‘Tg4’, Borgonovo ha dichiarato: “Chiediamo il ripristino dei fondi destinati alla non-auto sufficienza, quei 400 milioni indispensabili per essere assistiti nelle nostre case. I nostri cari sono stremati: si devono occupare di noi trasformandosi in medici e infermieri. Il posto per noi sarebbe la terapia intensiva, ma preferiamo restare in casa con le nostre famiglie: se assistiti a domicilio costiamo molto meno”.
Il 21 novembre a Roma, di fronte al Ministero dell’Economia, inizierà un presidio permanente di molti malati, che rischieranno la vita per questo. “Siamo malati gravissimi, abbandonati da uno Stato che considera la disabilità un peso”, ha concluso Borgonovo