Facciamo un gioco della verità tra noi maschi: quanti di noi non hanno provato un moto di simpatia verso Berlusconi, quando hanno saputo che aveva avvertito Marrazzo dell’esistenza del video che lo rovinava?
Beh, io sono tra quelli, perché, per un attimo mi sono immedesimato nella situazione e ho pensato che mi avrebbe fatto piacere se qualcuno mi avesse in qualche modo aiutato in una situazione così devastante.
E invece no, ieri su Repubblica l’implacabile censore Giuseppe D’Avanzo, peraltro gran giornalista, ci ammoniva tutti sull’ennesima nefandezza commessa del nostro Presidente del Consiglio che aveva invitato ed in qualche modo istigato il Presidente della Regione Lazio ad avere un comportamento illegittimo.
Dal punto di vista formale, nulla da dire: ha ragione D’Avanzo.
Marrazzo doveva uscire da via Gradoli e andare diritto in Procura a denunciare tutto.
E Berlusconi doveva pressare Marrazzo perché presentasse denuncia.
Mi viene però in mente una battutaccia (che in questo contesto è ancora più scorretta del solito) pronunciata dall’ex finanziere Ricucci durante le sue spericolate scalate a banche e giornali: “facile vero fare i finocchi con il culo degli altri”.
Eh sì, è molto facile giudicare l’altrui comportamento e diventare inflessibili giustizialisti quando non siamo minimamente coinvolti.
Perché alla fine di tutta questa vicenda, che ha passato Marrazzo nel tritacarne mediatico e da cui temo non si riprenderà più, io mi chiedo (così come me lo chiedevo sui passatempi di Berlusconi) quale reato abbiano commesso uomini che fanno col sesso quello che gli pare, che spendono quanto credono sia giusto spendere per i loro piaceri (che non sono opinabili in quanto attinenti alla sfera personale), che vivono insomma la loro vita di cui devono rendere conto solo alle persone che hanno accanto e non certo a noi o a D’Avanzo.