Ci sono cose di cui non ho mai capito l’importanza o almeno non completamente.

Per esempio la cittadinanza onoraria, qualcosa  che pare aver travolto le giunte di mezza Italia e che vede protagonista l’ignara Liliana Segre, donna di gran classe che non credo sia troppo contenta per il clamore che suscita ogni iniziativa che viene intrapresa suo malgrado e, per dirla come il leggendario Scajola, a sua insaputa.

Sullo sfondo di argomenti  terribilmente seri come razzismo e antisemitismo vanno in scena teatrini di dubbio gusto sull’assegnazione della cittadinanza onoraria alla signora Segre.

Biella prima no e poi sì, Sesto San Giovanni no e via a seguire, con il fondato sospetto che sia anche un modo per avere un po’ di vetrina nazionale, mentre non capisco il senso e l’importanza di un titolo di cui mi sfugge la motivazione, perché ampiamente superata dalla nomina a senatrice a vita.

Qualcuno, in un furioso crescendo di buonismo, ha addirittura lanciato l’ipotesi di eleggere Lilana Segre Presidente della Repubblica, nel 2022 a 92 anni…

Da ebreo quasi ateo molto critico e non osservante a me piacerebbe di più se ci fosse qualche maggiore riflessione sullo strisciante razzismo quotidiano piuttosto che ascoltare o leggere queste esagerazioni, che poi svaporano un paio di giorni dopo l’enunciazione.