Ci ha fregato il buonismo e il politicamente corretto: a forza di sembrare sempre in linea col pensiero giusto, ci troviamo spesso immersi in una melassa di luoghi comuni.

E’ questa un’insopportabile prerogativa della sinistra illuminata, quella che predica a tutte le latitudini maggiori diritti civili e più equità sociale, salvo poi scoprirsi nel privato opportunista e disonesta esattamente come la tanto vituperata destra.

Continuo a sentirmi di sinistra, perché penso ancora come ormai 45 anni fa che sia giusto stare un po’ meno bene nel mio microcosmo se la situazione migliora per gli altri e continuo nel mio piccolo a fare qualcosa, ma non sopporto più questo buonismo di facciata.

Prendiamo il calcio femminile: tutti e tutte si sentono un po’ calciatrici e così si arriva a dire cose assurde e senza senso, tipo quella della parità dei guadagni.

Ma il calcio risponde alle leggi dello spettacolo, e se gli uomini fanno dieci volte l’audience televisiva e la presenza allo stadio delle donne come si può pensare che ci sia la stessa retribuzione? 

So di essere politicamente scorretto, ma il calcio femminile è un altro sport rispetto a quello maschile, esattamente come è un’altra cosa quello giovanile, poi può piacere o meno, ma non lo si può paragonare.

C’è un’altra intensità, un’altra velocità, un’altra tecnica ed è nella natura stessa di questo sport meraviglioso, che può essere giocato da tutti, ma poi è il campo a fare la differenza.

Però quelli bravi, quelli giusti, continueranno la loro litania per sperare di continuare a far parte dell’Olimpo del pensiero illuminato.