Due storie molto diverse che prendono alla bocca dello stomaco e non ti mollano più.

Il ricordo più nitido di Oscar Tabarez era quello di un tecnico spazzato via da Batistuta il 26 agosto 1996, nella Supercoppa vinta contro il Milan nel giorno del compleanno viola.

Da ieri pomeriggio ne ho uno molto più forte: la sua esultanza dopo il gol al novantesimo dell’Uruguay.

Lui e la sua stampella, un messaggio di enorme potenza per chi soffre e anche per chi pensa di soffrire per cose di poco conto.

L’altra immagine mi accompagnerà a lungo ed è quella di Messina, di Francesco Filippo che già salvo muore a 13 anni per cercare di salavate il fratello Raniero di 10 rimasto intrappolato nella casa che stava bruciando.

Mi è venuto in mente Cuore, solo che quando l’ho letto ero un bambino e tutto mi sembrava molto lontano.

Oggi, da padre, sento un grande groppo in gola che non se ne va.