I miei rapporti con la Curva Fiesole non esistono.

Dai dieci ai diciotto anni sono sempre andato in Ferrovia e quando poi ho avuto la fortuna e la perseveranza di fare questo mestiere mi sono sempre avvicinato con molta circospezione al mondo del tifo.

Per ragioni generazionali ho conosciuto qualcuno dei capi storici degli anni ottanta e novanta (mai il Pompa, però, che più o meno tutti, dopo la sua morte, affermano di aver frequentato…), alcuni li ho apprezzati, altri meno: questione di gusti ed empatia.

So per certo di non piacere alla nuova leva del cuore caldo della Fiesole, a cui riconosco la coerenza di non esporsi mai mediaticamente in prima persona, evitando così individualismi.

A me loro piacciono per alcune cose e li contesto per altre, ormai lo sapete benissimo, e non me la prendo se mi fanno cori o striscioni contro: tutta pubblicità.

Detto tutto questo, ci vorrei vedere più chiaro sulla storia dei Daspo e soprattutto vorrei capire il perché a Firenze le cose funzionano in un certo modo e a Napoli e a Roma in un altro.

Non esiste giustizia esemplare, tutti devono essere giudicati con lo stesso metro e questo credo che sia il fondamento di una società civile.

Non capisco neanche il perché i ragazzi della Curva non debbano protestare contro ciò che ritengono ingiusto stando in silenzio per venti minuti: hanno forse altre forme di dissenso che diano risalto al loro malcontento?