A dieci giorni di distanza lo dobbiamo fare, portandoci dentro il ricordo di una persona speciale e anche di giorni così eccezionali da rendersene conto solo quando il tempo spazzerà via l’attualità e il momento presente lascerà spazio solo alla profondità del sentire.
Cosa succederà non saprei proprio prevederlo, se cioè davvero la morte di Davide sarà uno spartiacque tra ciò che siamo stati negli ultimi due anni e ciò che invece vorrei che fossimo: una sola comunità calcistica in cui dividerci sulle questioni tecniche, polemizzando su tutto, ma senza mai coltivare il preconcetto e l’astio.
Molto dovranno fare i Della Valle, ma con tempi che sanno solo loro e soprattutto con la loro sensibilità.
Nessuna pressione, sarebbe triste e pericoloso, rischieremmo di tornare a dove eravamo il 3 marzo scorso, con l’enorme differenza di non avere più il capitano a garantire per tutti.