Partita folle e divertente: 14 tiri in porta e 9 gol, più un rigore sbagliato, neanche fossimo al vecchio “chi buca entra”, e chi non è più giovanissimo sa di cosa parlo.

E’ stata la serata di Babacar, di Vecino  e di Bernardeschi.

Sì, anche di Bernardeschi, perché considero le sue scuse all’uscita dal campo la certificazione dell’intelligenza del ragazzo, quel suo essere fuori dallo stereotipo del calciatore tipo che lascia ben sperare in vista di un rinnovo contrattuale.

E poi dobbiamo darci tutti una regolata su Sousa, perché a me i capri espiatori non sono mai piaciuti e sul tecnico portoghese si sta esagerando.

Mihajlovic, tanto per dirne uno, ha fatto peggio di lui a Firenze senza vivere però questo astio, questa rabbia a volte ingiustificata.

Abbiamo un rancore dentro che non capisco e non ci va bene niente di quello che fa: se anche la Fiorentina vince, molti sono infuriati con lui a prescindere.

Per la formazione iniziale, per i cambi, perché sta sempre seduto in panchina, perché toglie Bernardeschi, per tutto.

A me non sono piaciuti diversi suoi atteggiamenti sul campo e fuori, e forse ho esagerato anch’io a volte, però se batti l’Inter in questo modo pazzo e per me appagante, se tutto sommato hai ancora una minima, risicata speranza di arrivare in Europa, forse qualche merito ce l’avrà anche lui o no?

Oppure ne facciamo un secondo Cognigni?

Nel senso che se la Fiorentina vince il merito è di Kalinic, Borja Valero, Bernardeschi o chi volete voi, ma se perde state tranquilli che la colpa è di Cognigni (o Della Valle, ma meno, perché ci sta più simpatico), tornando sempre e soltanto alla mistificazioni delle affermazioni del presidente esecutivo (non vogliamo andare in Champions, non ci interessa vincere la Coppa Italia, cose mai dette, ecc), alla sua presenza nefasta tra noi, al suo essere contro il popolo viola, come se decidesse in autonomia senza consultare la proprietà.

Insomma, il famoso uomo nero.

Ci manca l’equilibrio e quello, come il famoso amalgama, non si compra da nessuna parte.