Era da un po’ di tempo che a causa di mille impegni non riuscivo a ritagliarmi lo spazio per condurrre il Pentasport.

Non c’è niente da fare, non esiste confronto tra la radio e la televisione.

E’ qualcosa di magico che non si può spiegare e secondo me la grandezza di Fiorello è stata proprio quella di saper fare meravigliosmaente radio in televisione.

La radio coinvolge tutti: se riesci a creare il clima giusto l’ospite si abbandona a confidenze che mai farebbe davanti ad una telecamera o di fronte ad un block notes.

Sto pensando a Gianni Morandi che si immerge nei ricordi del suo Bologna, a Sconcerti che confessa di essersi inventato un’intervista con Pecci, a Mondonico che racconta i retroscena economici del suo rinnovo del contratto.

Ho sempre pensato e detto che voglio smettere prima di diventare la caricatura di me stesso, e lo farò, ma sarà molto dura staccarsi da quel microfono e ricordare la magia che si crea quando finisce la sigla che introduce il programma