Colazione ieri mattina non lontano dallo stadio.

Entra un gruppo di ragazzini dell’età di Cosimo, tutti eccitatissimi e con la sciarpa viola al collo, stanno andando allo stadio per l’allenamento a porte aperte che la Fiorentina ha “concesso” ai propri tifosi il giorno della Befana.

E ancora una volta ho pensato all’assurdità di questo calcio che si è rinchiuso in se stesso non capendo che è solo attraverso il contatto diretto che si possono continuare a coltivare i sogni e il pallone visto con gli occhi di un ragazzino è un grande, immenso sogno.

Poi continueranno pure a tenere blindati gli schemi di Sousa e a considerare la rifinitura del giorno precedente la gara preziosa come la formula magica della Coca Cola, ma credetemi: senza sognare si vive male tutto, calcio compreso.