La scoperta è ovviamente Federico Chiesa, perché la partita di ieri era più difficile di quella di Baku, visto che doveva confermarsi su certi livelli con in più la pressione di giocare da titolare al posto di Tello.

Prestazione da giocatore vero, con qualche spruzzatina di ingenuità, più che giustificabile per un ragazzo di 19 anni: corre, lotta, punta l’avversario, tira quando è il caso, rischia e fa bene.

Bravo anche Sousa a lanciarlo e poi dosarlo fino a quando non lo ha visto pronto per stare stabilmente in campo.

Il lampo è il secondo gol di Kalinic, una giocata da campione vero, cercata con la cattiveria e la furbizia dell’attaccante di razza: lo colloco tra le dieci reti più belle che abbia visto in quasi cinquant’anni di frequentazioni viola.

Abbiamo vinto con merito una partita difficile, la terza in otto giorni e fisicamente stiamo benissimo, forse meglio dell’anno scorso quando con ben altra classifica si cominciava ad intravedere qualche  scricchiolio.

Magari è cambiata la preparazione…