Uno lo conosco piuttosto bene, avendo condiviso con lui un po’ di scuola e parecchio percorso radiofonico.
Un altro è sempre stato disponibile qualsiasi cosa gli avessi chiesto e non posso che essergliene riconoscente, personalmente lo trovo un fuoriclasse della risata.
Col terzo ho avuto meno occasioni di frequentazioni, ma una volta mi salvò letteralmente, perché facendo il grosso dissi all’allora undicenne figlia che conoscevo bene il conduttore del festival di Sanremo che era nel nostro stesso albergo.
Ci trovammo in piscina, arrivarono in contemporanea lui e la figlia ed io pensai terrorizzato: ecco, adesso mi sputtano chissà per quanto perché lui neanche mi saluta e invece andò tutto benissimo.
Grato a vita.
Insieme sono straordinari.
Sto parlando di Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello: oltre due ore di divertimento purissimo, infarcito dalla maturità dell’artista.
Splendidi cinquantenni, rimasti amici, roba da noi e per noi fiorentini e lo dico con orgoglio perché spesso abbiamo davvero una marcia in più.
Basta solo ricordarsi di inserirla… (la battuta non è mia, ma di Pieraccioni a proposito della velocità e la bravura di Matteo Renzi)