E’stata un’ondata di affetto travolgente e devo ringraziare davvero tutti perché mi hanno fatto capire che la nostra gente, questa città, compresa la squadra di calcio che tutti noi amiamo, certe cose non le accetta.
Ma ci sono due persone particolari con cui sinceramente e onestamente mi sento in debito: Ernesto Poesio e Giuseppe Calabrese.
Certi fatti che poi restano nel tempo sono a volte figli del caso: se a fine interviste non li avessi casualmente incontrati per prendere insieme prima l’autobus e poi la metro, non sono affatto sicuro che avrei trovato la forza di scrivere quello che avete letto nel precedente post.
La loro indignazione e la loro rabbia senza se e senza ma, in quei momenti in cui mi vergognavo per l’idiozia di quei dementi che offendevano la memoria di milioni di persone, è stata decsiva: sono tornato in albergo e ho buttato giù quello che sentivo dentro.
Altrimenti ne avrei semplicemente parlato con amarezza insieme alle persone che amo e tutto sarebbe finito lì.
Giuseppe ed Ernesto hanno oggi scritto articoli bellissimi sulle edizioni fiorentine di Repubblica e Corriere e anche questo dà la misura della sconfitta di chi è razzista.
Stavolta, e spero per sempre, abbiamo vinto noi.