Col passare degli anni e con la crescita dei figli mi sono accorto sulla mia pelle che è un vero e proprio lavoro, molto meno faticoso fisicamente di quello di mamma (e infatti secondo me le madri che lavorano a tempo pieno, quelle che stanno nove ore fuori di casa e poi mandano avanti la famiglia, sono le vere eroine del nostro tempo), ma altrettanto impegnativo su quello mentale.
Fino a non troppo tempo fa pensavo che bastasse metterci l’amore e dare materialmente tutto quello che potevi per essere a posto con la coscienza e considerarsi mediamente sufficiente.
Mi sbagliavo completamente.
Essere babbo è molto diverso e molto di più.
E’ uno stato mentale, dove non importa il quanto, ma il come: in un’epoca dove per fortuna è scomparso l’autoritarismo come forma educativa noi uomini siamo rimasti spiazzati.
Dobbiamo dialogare con i nostri figli imponendo dei no motivandoli, esercizio estremamente complicato.
Dobbiamo saper ascoltare senza giudicare, accompagnare e suggerire.
Dobbiamo dare l’esempio con la nostra vita, la nostra onestà, la nostra limpidezza morale.
E, soprattutto, dobbiamo regalare ai nostri figli la sicurezza che noi babbi ci siamo e ci saremo in ogni momento, qualsiasi avvenimento accada e di qualsiasi cosa abbiano bisogno.
Tutto questo sempre, o almeno fino a quando non si formeranno a loro volta una famiglia: facile vero?