Quando mi chiedono come vorresti il 2008, rispondo che mi basterebbe e avanzerebbe ripetere il 2007, un anno per me fondamentale e non solo per la nascita di Cosimo.
Lo definirei un anno di “selezione naturale”, che ha aumentato a dismisura la mia idea che nel mondo si possa contare su poche persone.
Quelle che ti vogliono bene davvero, senza secondi fini, di fatturato o di convenienza professionale.
Ricordo una notte di fine marzo in cui mi interrogavo senza neanche troppa angoscia su quante persone avessero rotto con me od io con loro rispetto ad appena un anno prima e mi ponevo il quesito se per caso non fosse colpa mia.
La risposta che alla fine mi sono dato è che non è poi così importante la quantità, ma la qualità del rapporto e che era giusto così, tanto da rivedere con più oggettività certi passaggi di alcune relazioni.
E così, alla fine di quest’anno, posso tranquillamente mandare al diavolo coloro che hanno tradito la mia fiducia e/o anche coloro che hanno provato a farmi del male con ricatti e abbandoni.
Semmai è un peccato che non mi sia accorto in tempo di come certi rapporti fossero marci dentro e tenuti in piedi solo per convenienza, magari reciproca.
Professionalmente è stato un anno decisivo con tutti gli sviluppi che il lavoro ha avuto a Radio Blu.
Il cambio di passo è servito a farmi perdere le ultime paure su quello che fino a dodici mesi fa stentavo a riconoscere seriamente come una professione.
Siamo davvero una gran squadra e in Italia non esistono (a parte Radio Radio a Roma) realtà che svolgano la nostra mole di attività: adesso non dobbiamo fermarci ed il 2008 sarà all’insegna (spero) della conferma della leadership in campo sportivo.
Provo a pensare a voce alta a cosa avrei cambiato, a cosa ho sbagliato e mi vengono in mente la presa di posizione su Vieri e forse un po’ poca grinta nel rispondere agli ingiustificati attacchi a freddo (perciò inaspettati) di Corvino in una trasmissione di Golden Gol.
Se mi guardo indietro, negli anni passati, trovo errori più grandi e quindi direi che mi è andata bene.
E’ stato anche l’anno della grande vicinanza col dolore, non mio, ma di persone a me care.
Ed è forse proprio per questo che alcune meschinerie di gente di quarta categoria mi sono passate addosso come acqua fresca.
Buon 2008 a tutti voi.