L’ultima volta che la Fiorentina prese la testa del campionato avevo appena saputo che da lì a sette mesi sarebbe arrivata Camilla ad emozionarmi, Valentina frequentava con straordinario profitto il primo anno d’asilo e Cosimo non era neanche immaginabile come fantastico regalo del mio percorso terreno.
Eh sì, è passato un po’ di tempo: oggi le ragazze viaggiano sicure attraverso le proprie strade e a vederle da fuori, pur conoscendo ogni millimetro del loro cuore di bambine, sembrano due donne, mentre il fanciullo mi contesta inevitabilmente il voto a Babacar, il suo idolo, a cui secondo lui do sempre troppo poco.
Oggi compio 55 anni, dire che me li sento dentro è una bugia, perché l’energia è sempre quella, magari un po’ miscelata dall’esperienza e dalle responsabilità di un genitore e comunque vai a sapere quale sia davvero l’età mentale giusta che si deve avere.
Sono stato molto fortunato: dalla vita ho avuto tutto, certamente molto di più di quanto avrei soltanto immaginato quando da ragazzo combattevo centimetro dopo centimetro per strappare, in tutti i sensi, un po’ di spazio.
Ho tre figli meravigliosi (lo so, dicono tutti così, ma vi assicuro che quando poi diventano adolescenti non è che venga sempre naturale affermarlo), sono accompagnato da persone che mi amano e che non mi fanno mai sentire solo neanche quando devo affrontare le salite più dure, ho imparato ad ascoltare gli altri e a condividere i loro problemi, so distinguere chi è falso da chi è vero.
Avendo ricevuto così tanto, ho una sorta di pudore nel chiedere ancora, ma siccome il mio desiderio è condiviso da centinaia di migliaia di uomini e donne, io ci provo lo stesso: cara Fiorentina, me lo faresti questa sera il regalo di riportarmi al primo posto in classifica, proprio come in quell’inverno del 1999?
Sarebbe molto meglio come torta del mio adorato bongo…