Care mogli, mamme, nonne, fidanzate, sorelle, amanti occasionali e non occasionali, non disperate.
Esiste una minima possibilità (proprio minima, eh) che il genere maschile migliori leggermente in quella che è una delle sue caratteristiche più insopportabili: il grido di dolore di fronte al più piccolo malessere fisico.
Certo, ci vuole un po’ di tempo, nel mio caso “appena” una cinquantina d’anni, ma poi qualcosa forse accade.
A qualcuno dei miei colleghi maschi comunque non succede mai e questo mi consola.
L’altra metà del cielo partorisce, sta male, se va bene, tre giorni al mese, fa analisi invasive come se andasse al lavoro, pulisce cacca e vomito dei piccoli e mi fermo qui.
Noi spesso abbiamo dei problemi per una TAC, ma ci sono dei margini di crescita ve lo assicuro.
Per esempio: non penso più due giorni prima che dovrò fare un’analisi del sangue due giorni dopo.
E non formulo più ipotesi fantasiose sull’al di là quando sono colto da un’influenza gastrointestinale, come mi sta succedendo in questi giorni.
Non vorrei esagerare, ma posso dichiarare con fierezza che ho sopportato con virile rassegnazione i molti tragitti verso il bagno ed il malessere generale senza mai pretendere che il mondo si fermasse per assistermi.
Ancora una ventina d’anni e poi sarò completamente affidabile.