Credo che il momento sia cruciale, lo avverto nell’aria e la morte atroce, colpevole e senza giustificazione di Arezzo può almeno aprire scenari nuovi.
Forse sono arrivati i giorni del regolamento dei conti con la frangia violenta del tifo, forse la maggioranza silenziosa ce la può fare, anzi: ce la possiamo fare.
Nel mio piccolo anch’io ho buttato giù tanti rospi che adesso mi tornano in gola e non esiste bicarbonato che me li faccia ricacciare giù.
Non parlo solo di quei lunghi mesi a cavallo tra l’anatema di Antognoni nel febbraio del 2001 (“fai parte del clan dei marsigliesi”) e la fine della Fiorentina dei Cecchi Gori, quando mi scrivevano lettere anonime, insultavano al telefono e minacciavano fisicamente me e la mia famiglia.
No, io parlo anche degli ultimi anni, dell’attualità, anche se sembra sia passato un secolo da quei giorni bui.
Quando vado in trasferta e mi fermo agli autogrill, può capitare che qualcuno mi dia “dell’ebreo di merda”, naturalmente protetto dal branco, oppure che qualche facinoroso con la sciarpa viola ti insulti con epiteti pesanti solo perché sei giornalista.
Ho ancora presente un recente “daspato” fascista che per mesi mi ha offeso in tutte le salse, forte della legge della giungla che sembrava regnare ai confini del tifo.
Ma io, a 47 anni e tre figli, perché devo accettare tutto questo?
E l’unica alternativa al non acettarlo è smettere di fare il mio lavoro e dargliela così vinta a questa minoranza di delinquenti?
Eppure ho sempre subito in silenzio, un po’ come tutti subiamo tutti il teppistello che pensa di vivere di prepotenza ed invece è solo un povero mentecatto.
Su questi decerebrati hanno posato gli occhi quelli che invece il cervello ce l’hanno, ma lo usano per creare confusione, per appiccare piccoli incendi, per farci dire che c’è bisogno di ordine, che, insomma, ci vuole l’uomo forte, la disciplina, meglio se con l’olio di ricino.
Ed invece io dico che se ci ribelliamo tutti insieme, se rivendichiamo il nostro diritto ad una vita pacifica in cui non conta chi mena le mani o minaccia di farlo, forse rispediamo questa gente nei luoghi bui da dove sono venuti.
Dopo anni in cui ho capito che era inutile ribellarsi alla piccola prepotenza, all’insulto senza senso, ora avverto che forse qualcosa sta cambiando.
Cerchiamo di non lasciarci sfuggire l’occasione.
GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO SCRITTO, ANCHE A CHI MI HA CRITICATO, PERCHE’ LO HA FATTO SENZA OFFENDERE, PUR ESPRIMENDO OPINIONI DURE.
PURTROPPO NON POSSO RISPONDERE, PROVERO’ A FARLO DOMANI