Ormai sono vicino alla resa incondizionata: negli ultimi due anni ogni sera ho lasciato un quotidiano diverso in camera delle mie due figlie nella vana speranza che loro leggessero almeno i titoli e/o un paio di articoli.
Per un po’ ho anche provato a verificare se era successo qualcosa e le risposte sono quasi sempre state sconfortanti: quello che per me alla loro età era un piacere irrinunciabile (con i pochi soldi che avevo compravo due giornali) per loro diventava un obbligo, ed io una specie di professore che le interrogava, assolutamente imprevisto e proprio per questo ancora più sgradito.
Ora mi accorgo che sempre più spesso i quotidiani rimangono sul tavolo del soggiorno e capisco di aver perso.
Penso al mio passato e torno alla passione che animava gli anni settanta, quando tutto era molto più difficile di adesso, più pericoloso per la piaga del terrorismo, ma anche infinitamente più semplice da comprendere.
Il vero problema è la mancanza di passione, qualsiasi sia l’argomento su cui riversare quelle pulsioni che vadano oltre la sfera personale di affetti e amicizie: volontariato, spiritualità, bene comune.
A volte cerco di trovare argomenti di attualità coinvolgenti, ma si può parlare per esempio di politica, di questa politica a tavola senza scadere nei luoghi comuni?
E’ davvero molto difficile spiegare il perché di certe situazioni.
Stiamo lasciando ai nostri figli una vita piena di tecnologie straordinarie, in cui loro probabilmente camperanno oltre i cento anni, regaleremo un’esistenza quasi certamente (speriamo!) senza alcun problema per mangiare, ma sul resto converrà farci delle domande per capire dove abbiamo sbagliato.
Perché un mondo senza ideali a cui tendere (e non importa se poi resterai deluso), un mondo senza passione, senza qualcosa che vada al di là dei nostri sempre più grandi ed inutili bisogni quotidiani è veramente un povero mondo.

P.S. Forse una possibile via di uscita sta nel nostro impegno di genitori aiutati dalla tecnologia.
MagaRi spiegare un fenomeno terribile come l’Isis partendo da wikipedia e mettendoci dentro quello che sappiamo.
Costa fatica e tempo, ma qualcosa rimane…tra le pagine chiare e le pagine scure (che nessuno legge più).