Mi ricordo bene i ritiri a cui ho partecipato come inviato di me stesso (cioè di Radio Blu): erano molto più divertenti perché tutti potevano intervistare tutti e perché succedeva sempre almeno un casino.
Questo invece, come del resto gli altri due dell’accoppiata Prandelli/Corvino, è stato un ritiro molto regolare, direi quasi “noioso” per noi della stampa.
In compenso è stato invece ottimo per la Fiorentina, che ha lavorato in tranquillità, isolando Bojinov e chi tra il suo entourage ha provato a fare un po’ di rumore, appiccicando striscioni e quant’altro.
Romanticamente mi spiace che le società di calcio si siano così “militarizzate”: il tempo passa e ogni tanto ripenso a quando andavo ancora in curva Ferrovia ed il mitico ragionier Righetti mi dava solo il pass per le interviste post partita.
Si aspettava una ventina di minuti e si faceva poi irruzione nello stanzone viola dove Antognoni, Desolati e gli altri erano ancora mezzi nudi e potevano parlare senza problemi con chiunque.
Adesso se becchi qualcuno fuori dalla super sponsorizzata sala interviste ti viene quasi il senso di colpa a chiedere qualcosa e poi comunque avverti subito l’addetta stampa del fattaccio.
Devo però riconoscere amaraemente (per noi giornalisti, ovvio) che questa è l’unica strada percorribile, perché un giocatore di serie A qualsiasi fattura ormai più di un negozio del centro e quindi non si può rischiare di mandare qualcosa di traverso con la comunicazione.
Tornando al ritiro, mi pare davvero che abbiano lavorato bene e che il clima lassù a Castelrotto sia più sereno rispetto a Firenze.
Dove, sarà il caldo, ci agitiamo tutti un po’ troppo.