Non sta a me dire quante virtù possegga, ma almeno la pazienza me la riconosco.
Riesco a sopportare parecchie cose e anche a lungo e forse sarà per questo che sono così refrattario ai cambiamenti.
Ebbene, la mia pazienza con Stefano Braschi è finita.
Ho avuto con lui nel corso degli anni un rapporto ai minimi termini basato sulla cortesia: ci si vedeva, ci si salutava, magari ci scappava una battuta e stop.
Per me è stato un grande arbitro, ma questo suo finale di partita da designatore è semplicemente penoso.
Non ho ricordi che mi portino ad altre prese di posizione così nette e così reiterate contro una società.
Di mezzo c’è la Fiorentina, ma poteva capitare a chiunque altra squadra, il fatto è che il signor Stefano Braschi sta premeditatamente provocando, cerca lo scontro, aspetta l’incidente.
E noi lì dobbiamo vincere, non cadendo nel tranello.
Non mi interessano le motivazioni di questo atteggiamento indegno di una persona che dovrebbe rispettare nello stesso modo tutte le società che gli forniscono il lauto stipendio mensile (per fortuna fino a giugno).
Magari un ragazzo della Fiesole gli ha rubato la fidanzata da ragazzo, forse ha fatto un provino nella Fiorentina e siccome era scarso (spesso gli arbitri lo sono, come dissi all’ex fischietto Renzi una volta nello spogliatoio di un’amichevole per beneficenza) non lo hanno preso, probabilmente è davvero inguaribilmente juventino e come tale soffre da sindrome da accerchiamento.
Comunque sia, non mi interessa: Stefano Braschi sta provocando da mesi, in pubblico e in privato, come hanno raccontato con dovizia di particolari i ragazzi di “Viola nel cuore”.
Dobbiamo vincere la sua arroganza con l’indifferenza o al massimo con l’ironia, lasciandolo cuocere nel suo brodo che personalmente, a questo punto della storiaccia, mi fa pure un po’ schifo.