Prima considerazione: erano almeno dieci giorni che giravano notizie sulla presunta omosessualità di Anderson, c’era chi aveva scovato un suo presunto outing sull’argomento, se ne parlava ovunque.
Seconda considerazione: moltissimi avevano questa curiosità, che lo confessassero o meno, anche perché il calcio è un mondo schifosamente maschilista. Un mondo dove se una donna fa carriera è chiaro che ha preso scorciatoie, un mondo dove abbiamo ascoltato parole deliranti di giocatori della Nazionale sull’omosessialità oppure, se proprio va bene, volano battute da bar che fanno vomitare.
Terza considerazione: se avessi partecipato alla conferenza stampa di presentazione di Anderson, forse la domanda me la sarei fatta anch’io, pur non avendoci pensato affatto quando l’ho conosciuto il giorno prima. Solo che quasi certamente non avrei avuto la faccia tosta di porre l’interrogativo.
Quarta considerazione: Alessandro Rialti è stato bravissimo a tirare fuori la storia e ha tutta la mia solidarietà e la mia ammirazione, perché era qualcosa di estrememente scomodo.
Quinta considerazione (per me ovvia, ma non si sa mai): Se Anderson fosse stato gay,per me non sarebbe cambiato assolutamente niente.

P.S. L’avvocato del nostro blog, il grande Mattia Alfano, mi ha informato che hanno rintracciato l’autore del post razzista e antisemita della scorsa primavera.
Si prospetta un processo e, spero, un bel po’ di soldi da devolvere alla Fondazione Borgonovo.