E’ stato un anno duro, ma positivo.
Ovviamente la valutazione è personale e ad un certo punto della vita ti accorgi che interessa sempre di meno conquistare chissà cosa preferendo invece coltivare ciò che hai.
Sul piano professionale sono stati dodici mesi di grandi soddisfazioni, come sempre vissute nello spazio di cinque minuti, per colpa o merito di questo carattere tendente sempre al domani.
Naturalmente la famiglia viene al primo posto e il bilancio soddisfacente viene da lì, metterei la firma per una lunga ripetizione di quanto appena passato.
La Fiorentina è andata bene, la società è creciuta, manca ancora quella disponibilità ad aprirsi completamente che invoco da anni (allenamenti aperti, per esempio), ma se penso a dove eravamo tra il 2010 e il 2012 le cose fatte mi paiono miracolose.
Siamo sempre angosciati per il futuro, però oggi la palla è in mano a due giovani, almeno politicamente, ed io mi sento un po’ più fiducioso, anche se capisco benissimo le ragioni di chi ha perso la speranza ed è sempre più arrabbiato.
A loro, a voi, a tutti e soprattutto a coloro che non godono di un bene inestimabile come la salute l’augurio di un 2014 migliore.