Le partite in notturna abbassano parecchio le mie difese immunitarie mediatiche e sarà per questo che ad un certo punto ieri sera sono sbottato sentendo l’ennesimo sms che pareva commentare una sconfitta invece che una vittoria.
Neto disastroso (è inferiore al resto della squadra e lo sapevamo, ma perché buttarlo ancora più giù?), squadra destinata a peggiorare, rischi inutili, partita mediocre.
E che cavolo!
Abbiamo vinto, sprecando almeno tre occasioni da gol, siamo quarti a pari punti con l’Inter che non ha le Coppe, Rossi è il capocannoniere del campionato, ci manca Gomez, ieri eravamo senza due tenori su tre: si potrà ballare un po’ o le dobbiamo vincere tutte per diritto divino.
Ribadisco l’esercizio spirituale che dovrebbero dare per punizione agli scontenti di professione: pensare almeno una volta al giorno a dove ci avevano portati dal maggio 2010 al maggio 2012 e poi guardare sospirando verso il cielo ringraziando il ritorno di Andrea Della Valle, la promozione di Macia, l’arrivo di Pradé e Montella.