Il popolo viola riesce ancora a sorprendermi anche dopo oltre trent’anni di marciapiede calcistico.
Ok, mi ricordo delle parole di Liedholm, che ricordava sorridendo di quando “a Firenze avevano sempre qualcosa da ridire, anche dopo una vittoria sul tre a zero”, ma pensavo che sei vittorie nelle ultime sette partite potessero contribuire a pacificare gli animi.
E invece no, ora siamo a discutere sui rischi che corre la squadra (come se non si fossero saputi prima), su Mario Gomez e il ritorno: ma sarà utile davvero?
E come mai non torna?
Che problemi ha?
Non è che ci hanno dato un pacco?
Personalmente sono molto più che soddisfatto e mi porto dentro un solo dubbio, che è quello legato al portiere, ma vedendo quanto c’è in giro faccio buon viso al grande passato viola che fu tra i pali e mi tengo, almeno per ora, Neto.
Sul resto mi sento come nei primi anni prandelliani, con la differenza di una società più strutturata e di un Andrea Della Valle più dentro al proprio ruolo di guida.
Niente male davvero, se ripenso alla paura che ho e abbiamo avuto che tutto finisse, dopo i due anni vergognosi passati dal dall’estate 2010 all’estate 2012.