Ci mancheranno, e parecchio, questi punti lasciati a Milano, eppure dobbiamo fare tutti un grosso sforzo mentale e guardare la partita da una prospettiva diversa da questo senso di frustrazione che accompagna il post gara.
Senza gli errori di Neto (ahi!), di Mati Fernandez (ahi, bis), a cui aggiungerei la prova per certi versi desolante e illuminata solo dal cross del rigore di Alonso, la partita l’avremmo anche potuta vincere, pur considerando alla fine il pareggio come il risultato più giusto.
Tralascio Ilicic perché qui il discorso mi pare più di testa che di sostanza tecnica: da quando è arrivato è tutto un borbottio e un infortunio, ieri sembrava molle come un esordiente ed invece alle spalle parecchi campionati: quel rigore in movimento ciabattato grida ancora vendetta.
Ma in quelle condizioni, con quelle assenze, la Fiorentina ha dimostrato di giocare meglio dell’Inter e con Borja Valero e Aquilani al minimo sindacale per le loro potenzialità.
Le conseguenze di questo discorso sono chiare: questa squadra ha un’anima, un gioco, una personalità che prescindono fin quando è possibile dagli interpreti.
Sarebbe veramente imperdonabile se adesso ci facessimo prendere solo dallo sconforto o dalla rabbia.

GRAZIE MILLE A TUTTI PER GLI AUGURI, SONO 53, MA NON LI SENTO…