Sono uno di quelli che guarda la Nazionale tifando per l’Italia e vivendo una partita nella partita quando c’è in campo un giocatore della Fiorentina.
Si parte da De Sisti agli Europei, avevo otto anni, e si raggiunge il massimo con i torti subiti da Antognoni, proseguendo con il Baggio viola, ma un po’, lo ammetto mi sono concentrato pure su Gamberini e Montolivo e quindi, secondo alcuni di voi, sono irrecuperabile.
Confessate le mie colpe, eccomi qui sul divano di casa ignorato da Cosimo, che ancora non avverte il fascino di Italia-Brasile, a sperare in un gol di Aquilani.
L’inizio è traumatico: tra lui e Montolivo fanno a chi gioca peggio, a chi regala più palloni agli avversari, che non sono esattamente scarsi.
Alberto meriterebbe pure di essere ammonito, lo graziano, ma non si vede proprio mai nel primo tempo, onestamente sarebbe da sostituire.
Non che Marchisio o Diamanti abbiano fatto chissà cosa, ma a me di loro importa il giusto…
Si riparte ed è più o meno la stessa musica fino a quando l’Italia si accende e allora Aquilani decolla, tra l’altro nel ruolo di Pizarro, come dire che conta soprattutto saper giocare a calcio e lui lo sa fare molto bene, ma ad intermittenza.
Escono fuori venti minuti di grande sostanza, conditi dall’assist a Chiellini, che modificano il titolo a cui avevo pensato e che recitava: “che delusione”, ma si poteva e si doveva fare di più.