Qualcuno prima o poi ci spiegherà perché il PD non ha minimamente considerato Stefano Rodotà: un atteggiamento inspiegabile, a meno che non si debba cominciare davvero a pensare che ci siano segreti inconfessabili legati alla vicenda MPS.
Provo una grande amarezza per queste ultime settimane, quello che è stato il mio partito ha deluso tutte le aspettative e ho trovato patetici gli applausi a Napolitano ieri a Montecitorio.
Patetici e falsi, perchè quelli lì mentre battevano le mani quasi tutti, ne sono certo, pensavano al proprio tornaconto: Napolitano li frustava, dava loro degli incapaci (e lo sono!) e loro godevano, ma non da masochisti, piuttosto da furbi perché così le camere non si sciolgono e lo stipendio (e che stipendio!) corre ancora per un po’.
Qualcuno mi ha chiesto per chi voterò adesso ed io non ho risposte, certamente non rinuncerò al mio diritto/dovere, sul PD potrei anche ripensarci, se verrà fatta piazza pulita, se respireremo un po’ d’aria pulita.
Adesso però mi sento come quel critico cinematografico dell’Unità di Palombella Rossa a cui Moretti rimproverava certi apprezzamenti su film demenziali.
Lui chiedeva perdono per le boiate scritte e il grande Nanni continuava implacabile a ricordargli le nefandezze pubblicate.
Io ho votato Rosi Bindi alle primarie di qualche anno fa, poi ho creduto in Veltroni e ho sempre avuto una gran fiducia in Bersani: come minimi merito un bischero da parte vostra.
Pur senza credere affatto alla folle idea della superiorità ideologica e culturale della sinistra mi sembrava di trovarmi nella parte giusta del campo, circondato da gente che pensava davvero che stare noi un po’ peggio potesse contribuire ad un mondo migliore.
Mi hanno letteralmente schifato e Napolitano non c’entra niente, credo davvero che si sia “sacrificato” per coprire la manifesta sciatteria di quelli che abbiamo spedito al Parlamento.
Adesso pensiamo solo a salvare il salvabile, cioè far ripartire l’economia, e poi speriamo di tornare a pensare a qualcosa che vada al di là del nostro modesto vivere quotidiano.