E così comani sera ci ritroviamo Ranieri da avversario.
Dieci anni dopo che qualcuno gli chiese di fare l’ultima magia, sparire.
Un rapporto strano con lui, e non solo da parte mia.
Credo fosse arrivato a Firenze molto prevenuto per i casini successi nel 92/93 e per questo mostrò subito il ghigno a tutti, giornalisti e giocatori.
Forse solo Trapattoni ha saputo gestire così bene il rapporto con Cecchi Gori e certamente le squadre che ha avuto a disposizione hanno dato il massimo.
Quando andò via ci sentimmo in tanti sollevati perché il rapporto era ormai logoro e quattro anni a Firenze valgono per esempio otto a Milano, sponda rossonera, dove tutto viene ovattato da una stampa molto, ma molto amica.
Io credo che Ranieri abbia cominciato ad amare veramente Firenze solo quando è partito, quando cioè gli è mancato quel calore unico, un calore che a volte lo faceva bruciare un po’ trppo.
Come quella volta, stagione 95/96, in cui in un’intervista televisiva mai andata in onda dette a me la colpa per un tre a zero preso proprio a Parma…
Perché? Era esasperato dalle mie critiche e da quelle di Ciuffi al Ring dei Tifosi a Canale Dieci, il cui editore era pure il suo presidente.
Firenze e la Fiorentina hanno migliorato Ranieri, che oggi trovo molto più dolce di un tempo, ma anche lui ha fatto bene a noi.
Con qualche scudisciata di troppo (ricordate la nefasta profezia “vi ci vorrebbero dieci anni di B”…) ci ha insegnato ad essere un po’ meno narcisi.
Ci ci ha provato prima di lui, o ha fallito in pochi mesi o ha preferito rinunciare in gran velocità.