Sollecitato dall’amico Pico, provo a rispondermi e rispondergli sul perché darò ancora fiducia ad un partito che ha fatto molto per deludermi.
Ognuno ha la propria storia personale, la mia è quella di un ragazzo che viveva di ideali che ha ancora dentro: pochi, ma radicati.
Uno di questi è che si se sto un po’ peggio io, ma stanno un po’ meglio gli altri, alla fine è un bene per tutti.
Lo dico per spiegare che se dessi retta alle promesse elettorali, con quelo poco o tanto che ho costruito in 34 anni di lavoro, dovrei mettere la mia croce su chi mi avvantaggerà economicamente, non certamente il Partito Democratico.
Ci sarebbe anche un altro principio al quale mi ispiro da sempre, quello meritocratico: se fatico, se lavoro tanto, se ho nel cervello qualcosa in più degli altri, vado avanti, altrimenti mi fermo.
Come nella canzone di Bertoli, ho sempre odiato i porci ed i ruffiani e chi va avanti con certe prestazioni fuori orario, o magari iscrivendosi al partito giusto, se si entra nello specifico del mio lavoro-passione di giornalista.
E qui certamente, prima il “grande partito comunista” e poi il più ridotto partito democratico non rappresentano proprio il massimo, anzi certe logiche da apparato mi restano profondamente indigeste.
Ma come diceva Gaber dei socialisti, da vent’anni in Italia abbiamo avuto la peggiore destra d’Europa, “perché peggio che da noi (forse) solo in Ungheria”.
Dunque mi guardo in giro ed il migliore, cioè il meno peggio, ha la rogna.
Votare Ingroia no, perché a me i magistrati che fanno politica (e magari neanche si dimettono) danno parecchio fastidio.
Grillo non è troppo lontano dall’Uomo Qualunque di Giannini del dopo guerra: molto corrosivo, sempre efficace nelle battute, ma un conto è distruggere (esercizio facile) e altra cosa è il costruire.
La destra moderata di Monti è funestata da Casini e Fini e su questo sono perfettamente d’accordo con Renzi, anzi non solo su questo.
Rimane il meno peggio, appunto, che ha la rogna, ma che potrebbe aiutarci a stare un po’ meno peggio tutti, anche se ci dovrò rimettere qualcosa a livello personale.
Ci sarebbe anche il non voto, ma questo non lo farò mai perché sono un ex bambino degli anni sessanta e mi porto dentro un’educazione civica che mi ricorda sempre quante persone sono morte per permettermi di esercitare il mio diritto a scegliere.