Mi pongo sempre più spesso questi interrogativi, un po’ per cercare di capire qualcosa in più della mia vita interiore e molto per esorcizzare quello che con tutti gli sforzi possibili non riesco neanche ad immaginare, se non come la fine di tutto.
Se io fossi un babbo di Palermo a cui uno stronzo ha ammazzato la figlia e ridotto in fin di vita l’altra, come ragirei?
Come vivrei ancora?
Cosa mi farebbe andare avanti?
Sarebbe più la forza nella speranza di giustizia, la spinta della vendetta (che nessuno mi permetterebbe di compiere) o l’amore per chi è rimasto?
E come mi rapporterei di fronte alla devastazione di un’altra famiglia in cui si vaneggia di figli che in fondo sono “bravi ragazzi”?
Troverei dentro di me un po’ di ossigeno o aspetterei soltanto che venisse il mio giorno per avere finalmente un po’ di pace?
Mi faccio tutte queste domande, scavo in profondità e non ho neanche una risposta.