Guardiamo se lo facciamo subito questo benedetto ultimo punto per poi dire finalmente che è finita, che voltiamo pagina.
Cerchiamo però di non farci prendere dall’angoscia o da paure immotivate: a Lecce possiamo certamente fare risultato, anche perché a loro mancheranno i due più forti e caso mai la tensione sarà più forte dall’altra parte.
Pensavo a cosa potrà pensare in queste ore Vincenzo Guerini, uno innamorato da sempre della Fiorentina, che avrebbe voluto dare e fare di più in questo disgraziatissimo anno, ma che per mesi ha dovuto combattere una guerra interna in cui era molto più debole.
Quante volte avrà sognato nelle stagioni in cui era più giovane quella panchina in cui domani sera andrà a sedersi tra preoccupazione e orgoglio?
Il suo percorso di vita è stato molto più complicato di quello di tanti altri che avevano i suoi stessi mezzi, ma non l’ho mai sentito lamentarsi neanche una volta.
Starà in piedi o seduto?
Che dirà alla squadra?
Credo che giocherà semplice, in tutti i sensi, puntando sull’aspetto psicologico più che su quello tecnico.
E poi, alle 22.40 di domenica 13 maggio, ringrazierà tutti per queste emozioni fuori programma.