Capisco che sia qualcosa di strano, qualcosa di difficile da pensare in questi giorni così avvelenati, eppure ce la dobbiamo fare.
Dobbiamo ritrovare per qualche settimana, diciamo al massimo dieci, lo spirito del 2002, quello del post fallimento.
Quella rabbia e quell’orgoglio tutti fiorentini che noi sappiamo tirare fuori dopo i disastri.
Questa volta si tratta per fortuna solo di calcio, eppure la chiamata alle armi dovrà funzionare per evitare la retrocessione.
La difficoltà maggiore è che ci dobbiamo stringere intorno ed incitare chi ci ha ridotto in queste condizioni.
Sarebbe se come nell’agosto del 2002 fossimo andati allo stadio e avessimo visto ancora Morfeo, Marco Rossi, Baronio e in tribuna Ottavio Bianchi.
Ovviamente mi chiederete a questo punto dei Della Valle: per me loro sono responsabili soprattutto di scelte sbagliate e di omesso controllo.
Non è poco, certamente.
Eppure io continuo a pensare che una volta passato il pericolo è da Andrea Della Valle che si debba ripartire.
A patto che, dopo aver ammesso di aver sbagliato, azzeri tutto e rifondi squadra e società.
Ma per questi due mesi abbondanti turiamoci il naso e pensiamo solo alla Fiorentina.