Oggi si è visto giocare bene al calcio, non proprio un fatto consueto negli ultimi anni e chi ha sfidato il freddo credo che sia andato via soddisfatto.
Stefano aveva quasi azzeccato il pronostico con il suo due a zero, il ragazzo si intende di calcio…
Detto di Amauri che mi trasmette tranquillità (incredibile: abbiamo un attaccante e lo dico anche pensando all’ultimo Gilardino) vorrei riflettere sul fuori campo, su chi è rimasto fuori dallo stadio e dalla prima fila della tribuna autorità.
Se non vogliamo fare il gioco del nemico, cioè andare male, bisogna compiere tutti un bel passo indietro, dai dirigenti all’ala dura del tifo.
Basta con le posizioni precostituite che impediscono il dialogo e fomentano le incomprensioni e i contrasti sterili.
Io ho sempre fatto così in questi 33 anni di attività per il bene della Fiorentina e mi piacerebbe essere seguito da altri.
Per me, ad esempio, Batistuta era incommentabile fuori dal campo, ma lo considero il migliore giocatore che abbia mai visto a Firenze e quando giocava l’ho esaltato com’era giusto che fosse.
Prendiamo poi il mio giudizio su Corvino: sono dell’idea che il suo ciclo sia ormai finito e che da due anni sbagli tanto, troppo (vedi soprattutto la scelta di Mihajlovic e la mancanza di attaccanti).
Tutto questo però non mi impedisce di dirgli bravo se fa delle cose giuste, tipo l’ingaggio semestrale di Amauri o mette a segno dei buoni colpi.
Quello che voglio dire è che la nostra voglia di dire “ho ragione” non dovrebbe mai travalicare l’interesse generale che è la Fiorentina.
Un po’ di permalosità in meno, un po’ di autocritica in più da parte di tutti e si potrebbe provare a ripartire.